Due esposti anonimi arrivati nell’ufficio del segretario comunale Santi Alligo il 16 giugno ed il 24 giugno del 2016 per segnalare abusi edilizi in strutture realizzate dall’allora assessore Angelo Coppolino.
E fu lo stesso segretario ad inviare gli atti alla Polizia Municipale ed alla Procura per le verifiche.
E’ questo l’inizio della vicenda giudiziaria esplosa ieri a Barcellona Pozzo di Gotto e che ha portato all’arresto dell’ex assessore Coppolino nonché al coinvolgimento di tecnici comunali e del sindaco Roberto Materia.
L’ordinanza emessa dal Gip di Barcellona racconta di una lunga serie di pressioni, interventi e irregolarità per bloccare o sviare le verifiche.
A far emergere le lacune delle ispezioni alcune testimonianze, come una coppia che gestiva il ristorante di Coppolino, quella del comandante della Polizia Municipale La Rosa e diverse intercettazioni telefoniche ed ambientali dalle quali emergono anche vicende che hanno a che vedere più con la cronaca rosa che con l’abusivismo.
“Le risultanza investigative- scrive il Gip nella sua ordinanza- fanno emergere come l’allora assessore Coppolino ed il padre considerassero il comune di Barcellona (dall’amministrazione all’ufficio tecnico) non un ente di servizio pubblico ma una istituzione al proprio servizio”.
Agli atti figura anche una anomala riunione svoltasi dopo le dimissioni da assessore di Coppolino. A quell’appuntamento erano presenti lo stesso dimissionario, il segretario Alligo, l’avvocato Tommaso Calderone (oggi deputato regionale) l’assessore Pino ed il sindaco Materia. In quell’incontro Coppolino sarebbe stato rassicurato sul fatto che, una volta ottenuta la sanatoria sugli abusi edilizi, sarebbe stato reintegrato in giunta. Dopo tre mesi di attesa, invece, la delega passò ad un componente dello schieramento dello stesso Coppolino