«Un caffè per il mio paese nel mondo»: con questo slogan è partita l’iniziativa che entro il 2019 dovrebbe lanciare l’immagine turistica di Capo d’Orlando tra le località più belle.
E lo farà grazie alla rete di imprese che, tramite una Fondazione Partecipata, alcuni imprenditori stanno per fondare. Dieci imprese si sono già consorziate per la costituzione dell’associazione che gestirà l’iniziativa. Il progetto si chiama “Sicily North Coast” perché ha lo scopo di pubblicizzare nel mondo tutta la costa nord della Sicilia e non solo Capo d’Orlando. Lo farà con una quota giornaliera di 1 euro (il costo di un caffè) che i privati apporteranno ogni giorno a prescindere dal fatturato dell’azienda. Nessuna dipendenza dalle istituzioni e dal “pubblico”, questa una delle prerogative della Fondazione Partecipata che lascia ai privati oneri ed onori. Del progetto fanno già parte il Porto orlandino e “Mare d’Amare” che ha avuto nel presidente, Carlos Vinci, il promotore dell’iniziativa.
Al suo fianco altri imprenditori quali Dario Gugliotta, Giuseppe Caccetta, Calogero Ricciardello, Giuseppe Mangano e Carmelo Sonsogno. “Il progetto Sicily North Coast – dice Vinci – propone un’esperienza di viaggio in comune, unica e irripetibile, pensata con il cuore da gente esperta che conosce bene il proprio territorio, anticipandone i desideri degli ospiti. Sono i privati che offrono un’unica destinazione, i Nebrodi e la fascia costiera, per esperienze capaci di coniugare le diverse istanze: il mare, le tradizioni, la cultura». Ma lo scopo è anche un altro e cioè «destagionalizzare il flusso turistico con il finanziamento di una nuova comunicazione virtuale». La vetrina virtuale finanziata dal progetto dovrà utilizzare i più importanti motori di ricerca mondiali per presentare una preziosa mappa degli hotel e ville più accoglienti, dei migliori ristoranti ed escursioni, dei prodotti tipici, delle boutique più ricercate e dei luoghi amici, dove l’ospite è riconosciuto e considerato. Ventaglio di proposte diverse e alternative ai più noti circuiti, anche attraverso una “card”.