Il consiglio comunale di Patti, a maggioranza, nella seduta di ieri, ha bocciato il prelievo della mozione presentata dal consigliere comunale di “Patti Futura”, che impegnava l’amministrazione a togliere dai beni alienabili la scuola di Tindari per inserirla invece nei beni indisponibili dell’ente.
Tripoli non si è rassegnato: “Sono convinto che, in occasione del bilancio, il consiglio comunale voterà un emendamento in tal senso che decreterà definitivamente la cancellazione di questa importante struttura dall’elenco dei beni alienabili. È impensabile inoltre che quella struttura venga letteralmente svenduta a 62.000 euro, anche se noi sosteniamo fermamente che non debba essere svenduta neppure per 500.000,00 euro, in quanto patrimonio della città Patti ed in particolare del colle tindaritano.” Per Tripoli la posizione strategica rende quella struttura unica per gli utilizzi che se ne potrebbero ricavare, dalla realizzazione di un museo della fotografia dedicato a Salvatore Quasimodo – la cui ode “Vento a Tindari” spicca sul “frontale” dell’immobile – allo sportello del turismo o di un museo delle ceramiche o delle specialità pattesi.
“E per questo che, oltre alla mozione, ho già provveduto a interrogare l’amministrazione per sapere se è stata fatta un’adeguata stima dello stabile, se è stata interpellata l’agenzia del territorio per verificarne la congruità del prezzo e se si ritiene utile interpellare la sovrintendenza, considerata la zona di importante interesse storico culturale essendo la stessa dislocata a meno di 150 metri dalla zona archeologica di Tindari.” A parte la posizione del consigliere Tripoli, in netto giustificato contrasto a vendere l’ex scuola elementare di Tindari a privati, non si registra a Patti nessun sussulto. Nessuna associazione culturale pare abbia preso posizione in tal senso – ci piacerebbe essere smentiti; purtroppo l’apatia ha travolto tutto, anche le proprie radici storiche e culturali.