venerdì, Novembre 22, 2024

Terme Vigliatore, ricucito il rapporto tra comune ed istituto comprensivo

Sembra essere rientrato lo scontro istituzionale tra il sindaco Domenico Munafò ed il dirigente dell’istituto comprensivo Enrica Marano.

Com’è noto i motivi della discordia erano riferiti alla sospensione della frequenza degli alunni “anticipatari” di età inferiore ai tre anni disposta dalla Marano. Entrambi, pur esponendo le proprie posizioni, anche con toni piuttosto decisi, avevano ribadito di essere pronti a venire incontro alle richieste dei genitori. E così è stato. Ieri si è svolto al palazzo comunale un incontro tra l sindaco Munafò, il dirigente Marano e una delegazione di genitori. Il sindaco si è impegnato a inviare a scuola altre quattro assistenti generiche, perché non dispone di personale specializzato. Queste si aggiungeranno alle tre che erano stato destinate in origine. Capitolo locali. Su questo punto si è disquisito molto, anche perché non si è ben compreso quali ambienti venissero considerati non adatti allo scopo, se poi fossero gli stessi già utilizzati negli anni precedenti. Il sindaco si è impegnato a reperire nuovi locali, che potrebbero, in caso positivo, consentire di sistemare i bambini in via provvisoria, nell’attesa che si inizino e si concludano i lavori al plesso di San Biagio. Dopo le burrasche precedenti, adesso è tornato il sereno; forse se i due interlocutori avessero parlato prima, non si sarebbe arrivati a questo punto. Nel frattempo quarantotto dirigenti scolastici hanno espresso la loro solidarietà alla Marano; in un comunicato congiunto hanno ribadito come l’esposizione  mediatica  alla  quale è stata sottoposta, dopo la pubblicazione della lettera dell’esecutivo sul sito istituzionale sia stata espressione del decadimento, nell’era digitale dei social, dei corretti rapporti istituzionali tra enti pubblici. “In nessuna circostanza e per nessun motivo, può  essere consentito che l’interlocuzione istituzionale si sposti dal piano amministrativo a quello social-mediatico, attraverso un uso improprio dei siti istituzionali, finendo così per fomentare occasioni pubbliche di disistima e sfiducia.”

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