Sono nove le aree del messinese che ricadono sul demanio marittimo che la Regione vuole assegnare in concessione.
Nell’area tirrenica ci sono l’ex colonia di via Cicerata di Barcellona, la via Cristoforo Colombo al confine tra Patti e Oliveri, nell’area di Marinello, la zona della pineta e le Cupole di Milazzo, piazza Marina Corta a Lipari, via Scalo Galera nel porto di Malfa la strada provinciale 182 di Leni e Rinella entrambe a Salina. Su Messina ci sono l’ex Samar Marmi del Sud di Contesse e la via Don Blasco a Maregrosso, infine nell’area jonica il lungomare la Rotonda di Nizza di Sicilia. Questi appezzamenti fanno parte dei 52 individuati e censiti per i quali nei rimi giorni di dicembre sarà pubblicato un bando. L’annuncio della possibilità di avere in concessione queste aree che ricadono sul demanio marittimo è stato dato dal presidente della Regione Nello Musumeci, dall’assessore regionale al territorio ed ambiente Totò Cordaro e dal direttore del dipartimento Giuseppe Battaglia. La durata della concessione è fissata tra i 6 e i 50 anni. «Si tratta di un patrimonio che fino a qualche anno fa non costituiva oggetto di attenzione da parte della pubblica amministrazione né dello Stato né della Regione – ha detto il presidente Nello Musumeci. Non sappiamo quanti sono i beni marittimi della Regione e se non avessimo avviato con il nostro dipartimento una ricognizione, oggi non potremmo dirvi che ne vogliamo cominciare a recuperare 52, quelli individuati. Continueremo a lavorare grazie agli archivi, ai Comuni e alle ex Province che ci segnaleranno gli edifici nei territori per capire quante sono le costruzioni realizzate sulla costa, un tempo funzionali e oggi abbandonati, costituendo testimonianza di degrado ambientale e culturale». Tra questi immobili ci sono anche torri di avvistamento, edifici del ‘600 e del ‘700 – dunque edifici storici, ma anche ex caserme della Guardia di finanza ed ex edifici industriali. Potrebbe essere l’occasione per riqualificarli e destinarli ad attività compatibili, attività turistiche e commerciali, ottenendo due risultati: recupero del degrado ambientale ed un incremento delle entrate erariali.