La Regione ha provveduto allo stanziamento di diverse centinaia di migliaia di euro per progettare la rimozione dell’amianto in quei comuni che a loro volta avevano provveduto alla stesura del piano. E a Patti?
Il nostro paese continua a subire l’inerzia di questo esecutivo che ormai, senza bilanci approvati e con i commissari insediati, si limita alle somme urgenze. Queste le valutazioni del capogruppo di “Patti Futura” Filippo Tripoli, all’indomani del riconoscimento di finanziamenti per rimuovere l’amianto ai comuni di Capo d’Orlando, Ucria e Floresta. “Presenteremo un’interrogazione in aula per capire il perché Patti non ha avuto riconosciuto il contributo, se non è stato redatto il piano, se eventualmente l’iter avviato nel 2015 si è fermato e perché e infine capire di chi sono le responsabilità. A pagarne le spese la città e tutte quelle aree che grazie questo contributo potevano essere immediatamente bonificate.”
Per il sindaco di Patti Mauro Aquino la situazione è diversa: “Patti ha approvato il piano amianto nel 2015 ed è stato il secondo comune della Sicilia ad attivarsi in tal senso. Ha pubblicato poi l’avviso per i privati e ha partecipato a due bandi, quello nazionale del 2017 e quello regionale del 2018; per il primo bando il comune ha già ottenuto il finanziamento – oltre tremila euro, per progettare la bonifica dall’amianto del vecchio macello di via 2 Giugno. In quello del 2018, dove c’è la progettazione della bonifica anche dell’ex palazzetto di via Mazzini – che si preannuncia proibitiva per un precedente intervento conservativo delle lastre di amianto del tetto – non ci sono stati riscontri.” Il comune di Patti, di iniziativa, ha già incapsulato l’amianto nell’ex scuola elementare di Sorrentini.