In primo grado l’impianto accusatorio era già ampiamente ridimensionato, in appello, però è arrivata la piena assoluzione degli imputati dai reati ascritti perché il fatto non sussiste.
Si è concluso così il processo di secondo grado scaturito dall’operazione “Eolo” che nell’ottobre del 2010 portò all’arresto dell’allora sindaco Cono Salpietro Damiano e che vedeva coinvolte complessivamente 9 persone.
Una inchiesta, portata a termine dalla Polizia del Commissariato di Capo d’Orlando e dai Carabinieri della Compagnia di Patti, che toccò il cuore di un settore considerato a rischio come quello dei parchi eolici in Sicilia. Così, questo pomeriggio, la corte composta da Maria Tindara Celi, Bruno Sagone e Carmelo Blatti ha pronunciato la sentenza che chiude la vicenda iniziata nel 2010 e che coinvolgeva l’ex sindaco di Raccuja Cono Salpietro Damiano, il fratello, Carmelo Salpietro Damiano, l’imprenditore di Ucria Calogero Astone, l’imprenditore Giuseppe Astone, Calogero Manera, Michele Tripoli, Leo Tripoli, Riccardo e Leo Palazzolo, tutti di Raccuja ed imprenditori. In primo grado, il tribunale di Patti li aveva condannati a pene tra i 4 ed i 2 anni ed aveva deciso la confisca delle azioni della “Astone Costruzioni”. Anche la confisca è stata ovviamente annullata.
I 9 erano difesi dagli avvocati Occhiuto, Americanelli, Condipodero e Pruiti. La sentenza è stata accolta con commozione dall’ex sindaco di Raccuja, che ha ottenuto l’assoluzione dopo ben 6 mesi di arresti domiciliari ed un lungo processo.