Sono arrivate tra le prime dieci maschere alla finalissima della premiazione di ieri al Carnevale di Venezia. Tra le maschere più belle c’erano Francesca Rondinella, Sara Zaffiro e Sabrina Azzolina di Santo Stefano di Camastra, che si sono iscritte alla sfilata di sabato 2 marzo per la premiazione della maschera più bella nel più prestigioso carnevale nazionale, classificandosi seconde ed entrando di diritto alla finalissima di domenica.
Non sono riuscite ad ottenere il premio di categoria, assegnato da una giuria di noti artisti, ma l’entusiasmo del pubblico e il ritorno di immagine per la Città delle Ceramiche per l’originale idea, sono stati certamente una lauta ricompensa per il lungo lavoro delle tre siciliane.
Un successo che nasce dall’amore per la propria terra e dalla propria identità, un’idea che da tempo frullava nella testa di Francesca Rondinella e realizzata grazie alle doti artistiche di tutte e tre le concorrenti, visto che gli abiti, rigorosamente dipinti a mano, riportano i colori e i motivi tipici delle ceramiche stefanesi. Tant’è che il tema delle maschere è “u me paisi”, scritto rigorosamente in dialetto. Sui lunghissimi mantelli, sono stati riportati i decori tipici dei centro tavola, in uno, una giara nel secondo ed uno degli scorci più suggestivi della città delle ceramiche, un magnifico tramonto di Porta Palermo sul terzo. Le maschere, realizzate con una particolare pasta di sale, che ne ha garantito la leggerezza, rappresentano la testa di moro e della sua giovane amata, una delle figure più catteristiche degli oggetti in ceramica della nostra terra e sono state posizionate sulla nuca delle concorrenti, mentre sul volto hanno portato una mascherina del tipo veneziano, realizzata nello stesso tipo di pasta, sempre dipnte a mano. A completare il costume un’altro oggetto caratteristico della tradizione ceramista, la borsetta a forma di pigna.
“Dal B&B fino a piazza S. Marco, siamo state letteralmente inondate di flash”, ha dichiarato Francesca Rondinella, “il nostro premio è essere riuscite a portare S. Stefano di Camastra nelle macchine fotografiche di turisti e reporter di tutto i mondo, attraverso il carnevale di Venezia”.