Entrerà regolarmente in vigore il primo di aprile, ma
i commercianti avranno un mese per adeguarsi, la nuova ordinanza con cui si dispone il divieto di uso e la commercializzazione di sacchetti,
piatti e stoviglie di plastica.
Un provvedimento che si pone un duplice obiettivo “da un lato tutelare
l’ambiente in quanto si riducono le emissioni inquinanti, dall’altro aumentare
la quota della raccolta differenziata, rendendo più economico lo smaltimento
dei rifiuti”.
Un provvedimento, di fatto, che anticipa di un paio di anni quello che
moltissime nazioni adotteranno per salvare i mari dall’inquinamento della
plastica.
Ieri, in Municipio, il sindaco ha incontrato i commercianti per ribadire che
non ci saranno proroghe e che il mese di aprile sarà quello del passaggio
definitivo, invitando gli operatori a smaltire in fretta i materiali che
diventeranno vietati.
In particolare, gli esercenti sul territorio comunale, le attività commerciali,
artigianali e di somministrazione/alimenti/bevande, tra 10 giorni non potranno
distribuire ai clienti sacchetti da asporto monouso in materiale non
biodegradabile. Inoltre, i titolari che esercitano sul territorio comunale le
attività della ristorazione, quali bar, ristoranti, pizzerie, rosticcerie e
attività simili dal 1° aprile potranno distribuire agli acquirenti
esclusivamente posate, piatti, bicchieri (di qualsiasi dimensione), cannucce in
materiale biodegradabile e compostabile. Analoga disposizione riguarda
supermercati e salumerie. Inoltre, durante feste pubbliche e sagre si potranno
distribuire al pubblico esclusivamente posate, piatti, bicchieri e sacchetti
monouso in materiale biodegradabile e compostabile.
Ma il sindaco Ingrillì ha chiesto ai commercianti presenti anche a massima
collaborazione per un corretto esercizio della differenziata. Se dalle utenze domestiche,
infatti, arriva ormai una buona collaborazione dei cittadini, lo stesso non può
dirsi delle attività commerciali, specie bar, ristoranti rosticcerie.
Per questo verranno intensificati i controlli poiché il comune non può
permettersi di arrivare a fine anno senza raggiungere la soglia del 65% di
differenziata che oltretutto è molto vicina.