Il rischio è un esorbitante aumento delle tariffe idriche nei confronti di cittadini e imprese nelle aree territoriali periferiche della provincia di Messina, peraltro alcune sono anche a rischio spopolamento. E’ necessario rivedere la localizzazione dell’ambito idrico.
E’ la contestazione dei sindaci dei comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti e anche di altri amministratori dei comuni della provincia, che contestano i criteri di individuazione degli ambiti territoriali ottimali collegati alla gestione unica del servizio idrico integrato. La levata di scudi è stata dei sindaci dei comuni di Tusa, Torrenova, Pettineo, Castel Di Lucio, Reitano, Motta D’Affermo, Santo Stefano di Camastra, San Teodoro, Raccuia, Montalbano Elicona, Sant’Angelo di Brolo, Rodì Milici, San Marco D’Alunzio, Santa Lucia del Mela, Furnari, Tortorici, Capri Leone, Sant’Agata Militello, Capo d’Orlando, Frazzanò, Mirto, Alcara Li Fusi, Mazzarrà Sant’Andrea, San Piero Patti, Barcellona, Basicò, Brolo, Villafranca Tirrena, Montagnareale, Gioiosa Marea, Librizzi, Patti, Castell’Umberto, Galati Mamertino, Ficarra, Caronia e Ucria. Hanno evidenziato come la disorganicità geografica dell’ambito che corrisponde all’intero territorio dell’ex Provincia Regionale di Messina si pone in netto contrasto con gli obiettivi normativi di contenimento della spesa e di maggiore efficienza del servizio, soprattutto con riferimento ai piccoli comuni. C’è anche una sentenza della Corte Costituzionale del 4 marzo 2019, che ha stabilito come i comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti non debbano essere obbligati alla gestione dei servizi essenziali in forma associata, se ciò non consenta di realizzare un risparmio di spesa. I sindaci si sono detti rassicurati dell’appoggio dell’assessore regionale alle autonomie locali Bernardette Grasso, che potrebbe anche prospettare una legge regionale in proposito. C’è il concreto rischio e da qui i timori dei sindaci, che le tariffe idriche aumentino in modo esorbitante, con effetti economici devastanti per cittadini ed imprese. I sindaci si rivolgeranno all’ambito idrico messinese e nel contempo auspicano un intervento del legislatore regionale, perché la legge si adegui alla recente sentenza della corte costituzionale.