Il giudice monocratico del tribunale di Patti Andrea La Spada ha assolto perché il fatto non sussiste l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Mirto, maresciallo Giuseppe Rossi, difeso dall’avvocato Walter Mangano.
I fatti oggetto del processo risalgono al 2010. Secondo l’originaria accusa, avrebbe attestato falsamente che una denuncia di acquisto/cessione di armi era stata presentata alle ore 18.55 del 28 novembre 2010 da Attilio Vieni. Era stata portata la sera del 28 novembre in caserma a Mirto; essendo chiusa, non fu consegnata, ma comunque esibita ad un appuntato. Il Vieni ritornò in caserma la mattina successiva, consegnando materialmente il modulo di denuncia delle armi sempre allo stesso appuntato, ma non fu possibile redigere il verbale, perchè quella stessa mattina il maresciallo Rossi fu impegnato in un servizio urgente su delega della procura della Repubblica di Patti. Da quel momento, nonostante l’appuntamento previsto per il pomeriggio, Vieni non si presentò più in caserma, se non il 3 dicembre quando il maresciallo, “vistando” la denuncia, diede atto correttamente che era stata esibita cinque giorni prima. Una precisazione doverosa per evitare che il Vieni subisse conseguenze, dopo che il 28 novembre i carabinieri di San Marco D’Alunzio rinvennero nella sua auto un fucile acquistato quel giorno stesso e non ancora denunciato, incombenza che avrebbe dovuto assolvere entro il 30 novembre. Con l’annotazione del 3 dicembre il maresciallo Rossi aveva voluto dare atto che il Vieni, presentandosi in caserma il 28 novembre, aveva fatto quanto nelle sue possibilità e che la pratica non si era perfezionata quel giorno per fatti indipendenti dalla sua volontà. L’avvocato Walter Mangano è riuscito a dimostrare che la falsa attestazione fosse insussistente, tanto che anche il pm di udienza ha richiesto l’assoluzione che poi è stata decretata in sentenza.