Il giudice monocratico del tribunale di Patti Andrea La Spada ha assolto perché il fatto non sussiste un operaio marocchino di 38 anni, residente a Piraino; era accusato di maltrattamenti nei confronti della moglie, anche lei di origini marocchine.
In un primo momento era stata la donna ad accusare il marito, ma poi, nel corso del dibattimento, ha ritrattato tutto. Per questi motivi sia il difensore dell’uomo, l’avvocato Walter Mangano come anche il pm Lavinia Indriolo, hanno chiesto l’assoluzione. Gli episodi di violenza che, in un primo momento, sono stati raccontati dalla donna ai carabinieri di Piraino, si riferiscono fatti che sarebbero accaduti fino al 10 agosto 2013. Nel corso del processo, l’implorazione del marito affinchè dicesse la verità evidentemente ha fatto breccia nel cuore e nella sensibilità della donna; sentita infatti in controesame dall’avvocato Walter Mangano, difensore dell’imputato, ha ammesso che tutte le sue dichiarazioni accusatorie erano pura invenzione, spiegando le ragioni del suo comportamento. Il movente andava ricercato nella morbosa gelosia nei confronti del marito di cui sospettava “scappatelle”; temeva che il viaggio in Marocco, organizzato dall’uomo nell’autunno 2013, mirasse ad abbandonare lei e i tre figli nel paese nordafricano, per poi lui rientrare a Piraino per darsi ad una vita gaudente. Per rendere più convincente la ritrattazione, l’avvocato Mangano ha chiesto alla donna come si fosse procurata i lividi di cui aveva parlato nella denuncia; la donna ha scagionato nuovamente il marito, rispondendo di assumere farmaci anticoagulanti, per cui bastava un nulla perchè comparissero lividi sulle braccia o sulle gambe.