Si discuterà nel merito davanti al Tribunale Amministrativo Regionale, ma intanto la futura gestione del faro di Capo d’Orlando resta affidata al raggruppamento temporaneo di imprese “Nebros”, società che fa capo ad un architetto di Palermo operante nel settore della riqualificazione e del design, in consorzio con società del settore della ristorazione.
Lo ha deciso una ordinanza dei i giudici della terza sezione del Tar Catania. A chiedere la sospensiva dell’aggiudicazione nei confronti della Nebros è stata “Gestar spa” raggruppamento del quale fa parte anche il gruppo Bruno, con sede a Torrenova, rappresentata dagli avvocati Massimiliano Mangano e Lucia Interlandi.
L’azienda ricorrente aveva chiesto l’annullamento, previa sospensiva, della determina dell’11 gennaio 2019, con cui è stato aggiudicato il lotto 7 – Faro Capo D’Orlando- ovvero uno degli 8 lotti che lo Stato ha deciso di dare in concessione a privati per la valorizzazione di fari e segnalamenti della Marina Militare.
Strutture militari che nelle intenzioni dovrebbero essere riservati ad attività turistiche, culturali e ricettive.
Al momento, secondo i giudici del Tar, “non sussiste pregiudizio grave ed irreparabile utile ad accogliere la richiesta di sospensiva”.
Ma nel rigetto dell’istanza si legge anche che è al vaglio anche un altro aspetto, quello della violazione del principio di segretezza e di indipendenza delle offerte presentate dalla Gestar di Torrenova e della Giesse di Capo d’Orlando (le altre due società che avevano presentato istanza oltre all’aggiudicataria). In sostanza, scrivono i giudici della terza sezione del Tar, “a creare il sospetto non è la perfetta identità delle offerte formulate” ma la circostanza che le offerte – caratterizzate da molteplici somiglianze – siano state redatte dal medesimo professionista con la conseguenza che sembra emergere “una condotta pienamente idonea a mettere in serio pericolo il menzionato principio di segretezza e di indipendenza”.
Nel procedimento la “Nebros srls” è rappresentata dagli avvocati Gianfranco Passalacqua e Antonio Barbera.