Era il giorno di Natale del 1962 quando la bara con il corpo del carabiniere Carmelo Natoli Scialli, all’epoca 29enne, ucciso in un conflitto a fuoco mentre prestava servizio nella stazione di Orgosolo, rientrò nel paese natale a Piraino, dove lo aspettava tra le lacrime l’inconsolabile fidanzata. Cinquantasei anni dopo Basilia Scaffidi Lallaro, oggi 85enne e residente a Genova, promessa sposa del militare caduto nelle campagne di Urgurui, è arrivata a Orgosolo per chiudere il cerchio con quella tragedia che la vita le ha riservato negli anni della sua giovinezza: deporre un mazzo di fiori nel punto in cui l’amato aveva perso la vita. Un dramma che la donna non è mai riuscita a lasciarsi alle spalle, nonostante un successivo e felice matrimonio e la nascita della figlia Antonella, che l’ha accompagnata in questo viaggio in Sardegna. “Ci amavamo tanto fin da quando eravamo ragazzini, aspettavamo il compimento dei 30 anni per sposarci – racconta all’ANSA – ma il destino ha deciso altro per noi.
Dentro di me è rimasto il vuoto incolmabile e il peso di quella tragedia che mi ha segnato per sempre. Prima che la salute mi abbandoni sono voluta venire a Orgosolo con mia figlia per immergermi nel luogo dove Carmine ha passato le ultime ore di vita, per sentire l’aria che lui ha respirato prima di morire e per deporre un mazzo di fiori nel punto in cui ha versato il suo sangue. Ora mi sento in pace con me stessa, mi sono liberata di un peso”.
Carmelo Natoli Scialli, medaglia d’argento al valore militare, è morto durante un appostamento: in caserma era arrivata un’informativa nella quale si diceva che alcuni banditi stavano preparando una rapina nelle campagne di Urgurui. Negli anni del banditismo, i conflitti a fuoco erano all’ordine del giorno.