Sono stati prosciolti, con archiviazione delle ipotesi accusatorie a loro carico di abuso d’ufficio, falso e omissione di atti d’ufficio, il sindaco di Galati Mamertino, Antonino Baglio, il vice sindaco Vincenzo Amadore, l’assessore Andrea Carcione, l’ex componente della giunta Antonella Truglio e la funzionaria comunale Giuseppa Cavolo, dirigente dell’area tecnica.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Patti, Andrea La Spada, ha accolto la richiesta di archiviazione proposta dal procuratore capo della Repubblica, Angelo Cavallo, riguardo il procedimento penale che era scaturito da una denuncia presentata da un libero professionista, l’ingegnere Claudio Emanuele. L’intera vicenda ruota attorno all’esecuzione di una progettazione definitiva da parte dello stesso professionista per dei lavori di ripristino del serbatoio comunale di località Bolo e della relativa strada d’accesso. L’incarico per quella progettazione fu affidato nel 2004 dall’allora amministrazione comunale del centro nebroideo allo stesso ingegnere Emanuele e ad un collega ai quali, nonostante la regolare esecuzione e consegna dell’elaborato tecnico, non fu mai corrisposto il dovuto. Nel 2018 quindi al Comune fu notificato un decreto ingiuntivo per il pagamento di 80 mila euro relative proprio alle spettanze per i due professionisti. L’amministrazione in carica, guidata dal sindaco Baglio, decise quindi opporsi all’ingiunzione, affidando l’incarico della difesa legale all’avvocato Enrico Giardinieri.
La conseguente delibera di giunta era stata l’oggetto della querela per presunta rappresentazione non veritiera delle circostanze amministrative e ritardata concessione degli atti richiesti. Il procedimento penale che ne è scaturito, nel quale gli amministratori di Galati Mamertino e dirigente dell’ufficio tecnico erano difesi dagli avvocati Giuseppe e Salvatore Mancuso, era quindi sfociato nella richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero cui la controparte, rappresentata dall’avvocato Pietro Paolo Vicario, aveva fatto opposizione chiedendo l’imputazione coatta o l’approfondimento delle indagini. La pronuncia di archiviazione da parte del Gip ha quindi evidenziato l’assenza, nelle condotte degli indagati, di responsabilità penalmente rilevanti. Nel frattempo è tutt’ora pendente in sede civile il procedimento relativo all’opposizione del comune al decreto ingiuntivo.
L’amministrazione Baglio ha infatti eccepito l’impossibilità di pagamento di quelle somme per mancanza, all’epoca dell’affidamento dell’incarico, del relativo impegno di spesa e comunque per intervenuta prescrizione.