Il collegio giudicante del tribunale di Patti, presidente Scavuzzo, a latere Vona e Torre, ha condannato Giuseppe Mauro a 5 anni e 6 mesi di reclusione.
E’ stato dichiarato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, in stato di interdizione legale per la durata della pena e per cinque anni inabilitato all’esercizio di impresa commerciale ed incapace ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa. Mauro dovrà risarcire il danno in separata sede alle parti civili, costituite con gli avvocati Domenico Magistro e Sabrina Ligato. I giudici hanno poi assolto Vincenza Lipari perché il fatto non costituisce reato.
Oggetto del processo la vicenda della truffa che sarebbe stata architettata tra il 2012 ed il 2013 nei confronti di quattrocentotrentasei persone assunte da alcuni call center a Motta D’Affermo, Capo d’Orlando, Santa Teresa Riva, Lentini, Ragalna e Carlentini. Una vicenda che all’epoca provocò proteste e mobilitazioni delle persone, alcune delle quali, pagando, avrebbero anche partecipato a corsi di formazione; per questi fatti finirono sul banco degli imputati Giuseppe Mauro e Vincenza Lipari accusati di truffa in concorso, mentre a Mauro si contestava anche bancarotta fraudolenta.
Al termine della sua requisitoria, il pm Andrea Apollonio aveva richiesto 5 anni e 6 mesi di reclusione per Mauro e 2 anni per la Lipari. L’avvocato Massimo Alì, difensore di Giuseppe Mauro, resta in attesa di conoscere le motivazioni, per poi presentare appello alla sentenza di condanna; nella sua arringa ha ribadito come dagli atti prodotti in aula non si evincesse la truffa, ma solo una condotta imprudente per avviare un progetto senza risorse. L’avvocato Salvatore Giannone, difensore di Vincenza Lipari, ha sostenuto che la sua assistita non avesse partecipato alla truffa – anzi dovesse essere considerata parte lesa, che poi fosse insussistente il presupposto del reato e non si fosse concretizzato nemmeno il concorso morale.
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