Continuano i casi di violenza sulle donne nel territorio nebroideo. In questo caso ben due episodi, attenzionati dagli agenti del commissariato di Capo d’Orlando, hanno visto come protagoniste, loro malgrado, due donne del luogo e i figli di una delle due.
La Polizia ha eseguito due misure cautelari di divieto di avvicinamento e comunicazione con le vittime emesse dal GIP del Tribunale di Patti dott. Ugo Molina su richiesta del Sostituto Procuratore, dott.ssa Federica Urban.
La prima storia di vessazioni e violenza matura nell’ambito familiare e vede una donna di Ucria e i due figli costretti a subire angherie fisiche e psicologiche per anni. Una condizione di asservimento e soggezione da cui i figli crescendo si affrancano, convincendo la madre a chiedere aiuto alla forze di polizia. Una violenza che negli anni si trasforma in minacce concrete e aggressioni che spingono la donna a denunciare.
Nel secondo caso la vittima, una giovane donna di origini rumene, ma residente a Capo d’Orlando, decide di interrompere la relazione con un uomo molto più grande di lei che mostra un’ossessiva e crescente gelosia nei suoi confronti.
L’uomo, sulla sessantina, però non accetta la scelta della ragazza e comincia a perseguitarla con chiamate e messaggi al telefonino e appostamenti sotto casa. La situazione peggiora quando si verificano vere e proprie scenate sul posto di lavoro. Precipita lo scorso giugno con l’aggressione della ex in strada: insulti, strattoni e tentativi non riusciti di sottrarle il cellulare, contenente minacce di morte. Nel farlo l’aggressore spinge la giovane a terra causandole traumi ed escoriazioni su ginocchio e piede, per poi fuggire via. La donna viene raggiunta da alcuni passanti attratti dalle urla della vittima, tra cui un agente libero dal servizio che allerta i soccorsi.
Le successive indagini dei poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Capo d’Orlando, coordinate dalla Procura della Repubblica di Patti, hanno permesso di appurare responsabilità e condotte da parte dei due uomini violenti. Nei confronti di entrambi l’Autorità Giudiziaria ha emesso il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle vittime, nonché quello di comunicazione con le stesse.