E’ il 21 luglio la data della prima marchiatura storica a fuoco della provola dei Nebrodi. Concluso questo straordinario passaggio avvenuto a Randazzo, nessun’altra provola potrà essere etichettata come provola dei Nebrodi. Con il riconoscimento della dop, potranno essere commercializzati con questo nome solo i prodotti autorizzati dall’ente certificatore – la Corfilcarni di Messina. Ha sostenuto questa vera e propria rivoluzione commerciale anche il comune di Basicò, che fa parte dell’Ats “Pro Nebrodi” con i comuni di Floresta, Maniace, Randazzo, Roccella Valdemone, San Teodoro, Castell’Umberto, Sinagra, Tortorici e Castel Di Lucio. Oltre all’associazione dei comuni, c’è il consorzio del formaggio “Provola dei Nebrodi”, presieduto da Piero Valenti, che raccoglie ventisei produttori.
Con la prima marchiatura a fuoco della provola dei Nebrodi – semistagionata, stagionata e con limone verde – sono stati riconosciuti i sacrifici dei produttori a continuare a produrre la provola dei Nebrodi con metodi tradizionali; il suo valore economico ha subito nel tempo svariate criticità, perchè sono stati immessi sul mercato prodotti di qualità inferiore ed a prezzi bassi, utilizzando la denominazione “Provola dei Nebrodi”. Da ora non sarà più così. Sono intervenuti alla prima marchiatura il professore Giuseppe Licitra dell’Università di Catania, responsabile scientifico del “Consorzio Provola dei Nebrodi” e dell’Ats “Provola dei Nebrodi”, l’assessore regionale alle politiche familiari Antonio Scavone, il dirigente generale del dipartimento dell’agricoltura Dario Cartabellotta, poi Luigi Polizzi per il ministero dell’agricoltura e Vincenzo Chiofalo, responsabile dell’ente certificatore Provola dei Nebrodi.