Sono state aumentate in secondo grado le condanne per gli imputati del processo scaturito dall’operazione “Scala Reale”.
la vicenda si riferiva allo spaccio di droga venduta pure ai ragazzini davanti alle discoteche o alle scuole da una banda capeggiata da un appuntato dei carabinieri di Falcone in servizio a Patti. La marijuana e la cocaina arrivavano dalla Calabria, per un giro d’affari molto redditizio e consolidato a Patti e lungo la zona tirrenica. L’indagine dei carabinieri nel luglio del 2017 sfociò in una serie di arresti. Un’inchiesta che fu condotta dagli allora magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Messina Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo. In sei di loro scelsero il rito abbreviato: Alessandro Brigandì, il padre Paolo Brigandì, Antonio Dicosta, Luigi Fiducia, Giancarlo La Torre e Giuseppe Mazzone. Queste le condanne in primo grado Paolo Brigandì, 7 anni e un mese; Alessandro Brigandì, 5 anni e 10 mesi; Giuseppe Mazzone, 3 anni, 7 mesi e 10 giorni; Luigi Fiducia, 2 anni; Giancarlo La Torre, 2 anni; era stato invece assolto, dai tre capi d’imputazione contestati, Antonio Dicosta. La corte d’appello le ha aumentate: Paolo Brigandì, 11 anni di reclusione, Alessandro Brigandì, 6 anni e 10 giorni, Giancarlo La Torre, 4 anni, 5 mesi e 10 giorni, Giuseppe Mazzone, 4 anni e 8 mesi; Luigi Fiducia, 4 anni, 6 mesi e 20 giorni.