«Solo l’avvio delle opere pubbliche bloccate dalla burocrazia può cambiare il volto del nostro territorio e dare, attraverso l’utilizzo della manodopera locale, concrete risposte occupazionali per rivitalizzare un settore in piena crisi». A dirlo è la Filca Cisl di Messina attraverso il suo segretario generale Giuseppe Famiano che lancia un appello perché si sottoscriva un Patto Sociale con tutti gli Enti appaltanti per sbloccare tutte le opere pubbliche.
«Bisogna stringere i tempi – sottolinea Famiano – Occorre costituire immediatamente una cabina di regia con ruoli precisi e ben definiti, ove ognuno, per la propria parte, si adoperi perché tali risorse vengano utilizzate al meglio. Per fare ciò serve una politica attenta, sensibile e coesa per il bene comune, competenze specifiche delle quali si devono dotare i vari uffici degli Enti locali preposti per individuare e realizzare i progetti, necessitano esperti titolati al coordinamento per l’avvio di tutte quelle procedure utili perché non vada perso un solo centesimo dei finanziamenti concessi».
«Il report della Filca – aggiunge Tonino Genovese, segretario generale della Cisl Messina – dimostra ancora una volta come i piani progettuali in atto non bastano per recuperare la grande crisi del settore. C’è bisogno di uno sforzo straordinario e condiviso di programmazione e quindi la progettazione per interventi infrastrutturali fondamentali per un ridisegno del territorio in termini di messa in sicurezza idrogeologica, riqualificazione e rigenerazione urbana, verifica e intervento antisismico sulle strutture. Senza dimenticare, ancora una volta, come la madre delle soluzioni per la Sicilia, il Meridione e Messina resta la costruzione del Ponte sullo Stretto».
In provincia di Messina ci sono 22 opere appaltate per 37.837.204,78 euro che, in questo momento, sono ferme. Ci sono progetti esecutivi di opere già finanziate per la messa in sicurezza degli edifici scolastici per 110 milioni. Ci sono 20 progetti esecutivi già finanziati da 33 milioni di euro per il dissesto idrogeologico.
«Bisogna affrettarsi vista l’approssimarsi della scadenza, cioè il 2021 – ricorda Famiano – perché le risorse destinate ai progetti che sono stati rimodulati per il Patto per Messina e Patto per il Sud, di circa 800 milioni di euro, non sfumino nel nulla. Questa è un’ulteriore occasione che il nostro territorio non può permettersi di perdere, in termini di sviluppo».
Dall’analisi effettuata dalla Filca nel semestre che decorre da ottobre a marzo, si evidenzia come la ripresa del settore è ancora molto lontana.
I dati rilevano, da ottobre 2009 a marzo 2019, un decremento di 4501 lavoratori, di 943 imprese e circa 20 milioni di euro in meno di monte salari. «Le gare si sono notevolmente ridotte – aggiunge – basti pensare che nel semestre gennaio-giugno 2015 si sono disputate 119 gare per un importo pari a 107.094.420,37 euro e nello stesso periodo del 2019 sono state soltanto 20 le gare disputate per un importo pari a 13.966.991,97 euro. Negli ultimi 10 anni il settore delle costruzioni (edilizia-legno-lapidei-laterizi) ha perso oltre 15 mila posti di lavoro».
È fondamentale puntare sull’edilizia, perché torni ad essere il settore trainante dell’economia messinese è l’appello della Filca Cisl che nasce da una situazione preoccupante per il settore delle costruzioni. «Chi oggi paga le conseguenze di questa grave crisi sono i lavoratori del comparto che rischiano sempre più, con le proprie famiglie, di trovarsi in situazioni indigenti. Il rischio, altrimenti, è quello di contribuire, giorno dopo giorno, al dilagare del lavoro nero, sia nei cantieri pubblici che privati, con continui ricorsi a contratti part-time, utilizzati per camuffare il lavoro a tempo pieno. Nei pochi cantieri edili attivi, abbiamo riscontrato la presenza di almeno un lavoratore in nero per cantiere».
La denuncia della Filca Cisl è pesante: «oggi – dice Famiano – nei cantieri edili di Messina e Provincia vi sono lavoratori ai quali viene applicato un contratto diverso da quello edile con ripercussioni sulle paghe, che sono inferiori, il mancato versamento alla Cassa Edile, senza trascurare la mancata formazione obbligatoria con conseguenze non evitabili sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori».
Il sindacato ha sollecitato già gli Uffici Ispettivi perché intensifichino i controlli, ponendo maggiore attenzione a tutte quelle forme di prestazioni lavorative che esulano dall’applicazione del corretto contratto.