Questa mattina ad Acquedolci è apparso il volto, in formato gigante, di Massimo Milani, consigliere onorario di Arcigay, su un muro di via Bonifacio grazie alla sensibilità dell’artista Irene Falci.
Una sorpresa perfino per Massimo Milani che si dice “Tra lo stupito e il divertito. Ringrazio Irene per questo omaggio immeritato, in genere queste cose avvengono post mortem” e aggiunge “Penso sia anche una rivalsa per il fatto che le avessero censurato il quadro da cui proviene il murales”.
Infatti il murale, dal titolo “Palermo Free from Prejudice” è un ingrandimento di una tela che lo scorso luglio è stata esclusa da una collettiva in onore di Santa Rosalia, patrona di Palermo.
“Non ho avuto alcun dubbio – racconta l’artista – quando sono stata contattata per decorare un muro della cittadina ho subito pensato al ritratto di Massimo – Ripresentare questa stessa opera, benché sotto forma di murale, rappresenta una resistenza alla resistenza nel vedere Massimo nelle vesti di Rosalia Sinibaldi: il curatore ha infatti detto che non “rientra nel suo concetto di grazia”. Ma non solo: “Si tratta di un simbolo – continua Irene Falci – il simbolo d un percorso pubblico e intimo, anche se facilmente deducibile, che diventa esempio e che quindi merita un posto da cui chiunque può vederlo”.
In bella mostra, per sempre, sul muro di Acquedolci, il ritratto di Massimo con una coroncina di fiori e di oltre due metri di altezza è adesso impossibile da censurare.
L’opera d’arte pubblica rientra nell’ambito della terza edizione dello “Street Art Acquedolci” (dal 19 al 21 agosto 2019), un festival che vuole costruire percorsi di riqualificazione attraverso l’arte e che quest’anno gode del patrocinio della Regione Siciliana e del Comune di Acquedolci. A organizzarlo è la Pro Loco Acquedolci “San Teodoro”.
Massimo Milani oggi è consigliere onorario di Arcigay Nazionale, coordinatrice del Palermo Pride e ha fondato il primo nucleo di quello che poi divenne Arcigay il 9
dicembre 1980 come ARCI Gay, sull’onda emotiva di una manifestazione organizzata
a Giarre per l’omicidio avvenuto circa due mesi dei due giovani Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola. La promozione di tali nuclei va ascritta all’attività , oltre che di Massimo, di Gino Campanella. Massimo e Gino sono stati i primi a sposarsi in Italia, per quanto simbolicamente, il 28 giugno del 1993 in piazza Pretoria a Palermo.
Foto di Innocenzo Gerbino