I fari degli inquirenti erano puntati su di lui già poche ore dopo quella sparatoria nella sera dello scorso 11 settembre, avvenuta nel quartiere Fondaconuovo. Salvatore Isgrò, 72 anni, adesso si trova in carcere a Gazzi. E’ lui l’uomo accusato di avere sparato ad Alessandro Genovese, 46 anni. I Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto lo hanno arrestato all’alba di oggi, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale su richiesta della Procura guidata dal Procuratore Emanuele Crescenti. Determinanti le indagini svolte dal Nucleo Operativo e Radiomobile sotto il coordinamento dei sostituti procuratori Matteo De Micheli e Sarah Caiazzo. Genovese era stato raggiunto dai colpi di fucile mentre si trovava nei pressi del recinto nel quale alleva i propri cani. Ferito, era riuscito a ripararsi in una vicina officina. Quindi i soccorsi e il trasferimento al “Cutroni Zodda” di Barcellona Pozzo di Gotto.
LE INDAGINI – Le investigazioni, già poche ore dopo il fatto di sangue, hanno permesso di raccogliere indizi di colpevolezza a carico di Isgrò. Durante una perquisizione domiciliare presso la sua abitazione, nel pomeriggio successivo, è stato rinvenuto e sequestrato un fucile calibro 12 Benelli dello stesso calibro di quello utilizzato per colpire Genovese e diverse cartucce compatibili con quelle esplose la sera precedente. A questo punto, l’indagato ha assunto un atteggiamento collaborativo, avanzando – tramite il suo legale- la richiesta di essere interrogato dai magistrati. Nella sua deposizione, ha fornito la sua versione di quanto accaduto in quell’11 settembre. Ha confessato di avere esploso tre colpi di fucile contro il ferito e di avere utilizzato quel fucile da caccia già sequestrato dai Carabinieri. Ha spiegato anche di avere avuto una discussione verbale con Alessandro Genovese all’ingresso del proprio condominio. Quest’ultimo gli contestava di essere stato autore di lamentele riguardo la presenza dei suoi cani in un recinto realizzato abusivamente nei terreni davanti al condominio. La discussione era presto degenerata con Genovese che avrebbe aggredito fisicamente Isgrò mentre questi tentava di rientrare nella sua casa. Una volta all’interno della sua abitazione, Isgrò imbracciava il fucile da caccia regolarmente detenuto, si affacciava da una finestra della sua abitazione ed esplodeva tre colpi contro Genovese. Quindi ha riposto il fucile nel posto in cui solitamente lo custodiva.
LE ESIGENZE CAUTELARI – Le indagini, come emerge dalla misura cautelare hanno disvelato “la concreta ed attuale pericolosità sociale dell’indagato evincibile dalle modalità delle condotte e dalle concrete circostanze dei fatti, nonché dalla personalità dello stesso, come ricavabile dalle indagini finora compiute. Il comportamento tenuto dall’indagato, caratterizzato da una specifica ed inusuale determinazione nelle consequenziale esplosione di tre colpi di arma da fuoco dalla sua abitazione in direzione della pubblica via, al fine di attingere un soggetto con cui poco prima aveva avuto una lite, tenuto anche conto della ubicazione di un fucile calibro 12 all’interno della camera da letto, sopra un armadio, quindi, nella sua immediata disponibilità, fanno ritenere che lo stesso possa proseguire nel perseguimento del suo obiettivo, completando il progetto criminoso iniziale”. Al termine delle formalità di rito, Salvatore Isgrò è stato quindi associato presso la casa circondariale di Messina – Gazzi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.