sabato, Novembre 23, 2024

Castell’Umberto: nessun falso e nessuna truffa, assolto perchè il fatto non sussiste

Via di Castell'Umberto
Via di Castell'Umberto

Il giudice monocratico del tribunale di Bergamo ha assolto, perché il fatto non sussiste, Nunzio Raineri Mangialino, di Castell’Umberto, accusato di falso materiale, falso ideologico e truffa aggravata ai danni dello Stato, difeso dall’avvocato Massimiliano Fabio.

La vicenda ha inizio nell’anno 2015, con l’esposto presentato dal dirigente scolastico di un liceo bergamasco, a seguito dell’accertamento della veridicità delle autocertificazioni allegate da Raineri Mangialino alla domanda di inserimento nella III fascia graduatorie d’istituto per il personale Ata nel triennio 2014/2017. Il procuratore della repubblica di Bergamo ha contestato all’uomo che avrebbe attestato falsamente di avere svolto l’attività lavorativa di assistente amministrativo in una scuola paritaria di Cefalù ed avrebbe formato e prodotto sette contratti di assunzione falsi, al fine di “scalare” la graduatoria, per effetto del maggior punteggio e di ottenere l’assunzione presso il liceo bergamasco, commettendo anche il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, per essersi procurato l’ingiusto vantaggio consistito nella stipulazione del contratto di lavoro e nella percezione delle retribuzioni. Nel corso del dibattimento, durato oltre due anni, è stata dimostrata l’assoluta estraneità ai fatti contestati nella formazione della certificazione di servizio e dei contratti di lavoro sottoscritti con la scuola paritaria, nonché la veridicità delle autocertificazioni rese in allegato alla domanda presentata al liceo. L’avvocato Massimiliano Fabio è riuscito nell’intento di smontare l’impianto accusatorio della procura bergamasca ed ha dimostrato la legittimità dell’assunzione dell’imputato nella scuola paritaria di Cefalù, presso la quale ha svolto effettivamente l’attività lavorativa di assistente amministrativo dall’anno scolastico 2007/08 al 2013/14, percependo realmente le relative retribuzioni. All’esito dell’istruttoria il Tribunale di Bergamo ha pronunciato la sentenza di assoluzione con la formula più ampia.

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