Un uomo tutto d’un pezzo. Una persona per bene come poche. Di quelle con le quali non era difficile entrare in sintonia. Anzi, tutt’altro. Fedele Genovese ti metteva subito a tuo agio. Di lui ti colpivano subito la calma, la pacatezza, il garbo. E la sensibilità. Non esageriamo quando affermiamo che lui era la sintesi perfetta di tutte queste qualità messe insieme.
Professionista stimatissimo anche fuori dai confini cittadini, ha legato il suo nome indissolubilmente alla pallacanestro barcellonese, rispondendo presente anche quando la città ha avuto bisogno. Come nelle fasi successive all’alluvione del 2011, quando si attivò con la realizzazione di magliette a promuovere la raccolta fondi via sms solidale. Prezioso anche il suo impegno accanto all’Associazione Amici degli Animali.
Fu tra gli artefici del rilancio della palla a spicchi in città. Tra coloro che ci misero le risorse e il cuore, partendo dalla Serie C fino a raggiungere la Serie A2, rimanendoci per diversi anni. Fu lui, quando il giocattolo si ruppe una prima volta, a provare a rimettere insieme i pezzi. Poi, la lunga malattia che comunque non aveva scalfito la sua voglia di lottare che leggevi nei suoi occhi in maniera lampante. Ha continuato a esercitare la sua professione, amandola fino alla fine.
Il mondo del basket e la Città perdono una persona per bene. Una persona di un garbo incredibile. Di una signorilità rara e d’altri tempi.
Che la terra ti sia lieve, doc.
Alla famiglia, in particolare ai figli Tullio e Alessia, il cordoglio e l’abbraccio ideale di tutta la redazione di Amnotizie.