Una lotta razionale che mette da parte i toni agitati ma che unisce le esigenze dei lavoratori con quelle delle istituzioni. Con l’occupazione ordinata dei locali di Contrada Scoppo a Messina, presidiati h24 per 15 giorni, i lavoratori interinali del Consorzio per le Autostrade Siciliane hanno acceso i riflettori sulla loro condizione precaria.
Ieri, nei locali occupati, si è tenuto il secondo incontro fra le Organizzazioni Sindacali ORSA e CISAL, il Comitato Precari, la Direzione del CAS e il Governo Regionale, quest’ultimo rappresentato dall’Assessore Regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità Marco Falcone e il Deputato Regionale dell’opposizione Antonio De Luca.
Quella degli interinali del CAS è sempre stata una vertenza per superare il caporalato legalizzato delle agenzie interinali, rivendicare il diritto al lavoro dignitoso, essere riconosciuti come lavoratori in organico al Consorzio ed eliminare il lavoro straordinario oltre i limiti consentiti.
Con i 40 lavoratori protagonisti nella discussione, le parti hanno concordato che “per superare l’annosa vertenza del personale precario degli agenti tecnici di esazione, sia proposta una norma che consenta al CAS il superamento dei divieti di reclutamento del detto personale, ancorché per periodi limitati nell’anno. A tale fine le parti concordano di creare un bacino di accesso che preveda un’esperienza lavorativa non inferiore a 180 giorni lavorativi presso il CAS”.
In buona sintesi, la norma sopracitata è volta a superare il blocco delle assunzioni che impedisca il rapporto di lavoro diretto con il Consorzio. Tale norma sarà proposta all’ARS in occasione della trasformazione del CAS in Ente economico entro il prossimo mese di dicembre.
Sarebbe un risultato positivo ma non un completo successo. Se dovesse essere approvata la norma descritta, infatti, si tratterebbe pur sempre di lavoro a rotazione a tempo determinato, ma quantomeno i precari storici uscirebbero dal limbo del lavoro somministrato e rientrerebbero a far parte della dotazione organica del CAS, con una rotazione sistematica nell’arco dell’anno e la certezza di un salario minimo garantito.
Bisogna stare sempre coi piedi per terra, ma superare il blocco delle assunzioni varrebbe a dire valutare, eventualmente e in un secondo momento, l’assunzione a tempo indeterminato. Intanto resta attivo lo stato di agitazione ed infatti ORSA, CISAL e Comitato Precari saranno sempre pronti ad affiancare i lavoratori e vigileranno perché diventi realtà quanto concordato.