venerdì, Novembre 22, 2024

Santa Lucia in Sicilia, tra storia e tradizioni culinarie

arancine

Lucia è stata una martire cristiana del IV secolo durante la grande persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano. Morì proprio il 13 dicembre del 304 d.C. e divenne protettrice della vista perché, dopo essere stata decapitata, le furono strappati gli occhi.

La Santa, oltre ad essere la patrona della città di Siracusa, è venerata in modo particolare, in diversi paesi della Sicilia.  Sui Nebrodi a Capo d’Orlando la festa sarà celebrata nell’omonima chiesa ed è stata organizzata dalla Parrocchia Maria SS. di Porto Salvo, guidata dall’Arciprete Nello Triscari e dal Comitato con presidente Antonino Mazzone. Già stamane, dopo la santa messa, è stato distribuito il pane di mais come da tradizione. Nel pomeriggio ci sarà la processione della reliquia per finire con la degustazione della “Cuccìa” nello spiazzale della chiesa.

A Sant’Agata, come ogni anno, la Parrocchia Santa Lucia festeggia la sua protettrice. Quest’anno ricorre anche il 50° anniversario dell’istituzione della Parrocchia. Al rientro della processione che inizierà nel primo pomeriggio, ci sarà lo sparo di bombe a cannone e un nuovo gioco di luci. Seguirà la messa officiata da padre Gaetano Franchina e la Sagra del dolce “a cuccia” alle ore 20.

Ma vediamo le origini di questa pietanza tradizionale. Per Palermo, il 13 dicembre è anche il giorno in cui si ricorda la carestia che colpì la città nel 1646. La Santa raccolse le preghiere e salvò la popolazione dalla fame facendo arrivare nel porto carichi di grano. I palermitani data la fame, non lavorarono il grano per farne farina ma lo bollirono per sfamarsi più in fretta condito con l’olio d’oliva. Ed ecco le origini della cuccia. Oggi nel palermitano si mangiano anche le “arancine”, mentre nella nostra zona si consumano dei bocconcini di pane a forma di occhi.

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