Torna nuovamente nelle aule di Tribunale la bega politica tra Franco Galati e l’amministrazione militellese guidata da Salvatore Riotta.
Se lo scorso aprile Galati era stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di stalking e diffamazione aggravata nei confronti del sindaco di Militello Rosmarino Salvatore Riotta, del suo vice Antonino Tomasi e del presidente del consiglio comunale Antonino Mileti, reati per i quali il 20 giugno scorso stata emessa una sentenza di condanna ad un anno di reclusione, una nuova, pesante accusa grava ora sull’operaio edile militellese.
Dopo la condanna, infatti, Franco Galati avrebbe ripreso a pubblicare nei mesi di luglio e ottobre sul suo profilo face book ulteriori video diffamatori e di intimidazione nei confronti dell’amministrazione in carica, integrando il reato di minaccia a corpo politico, oltre che di diffamazione, aggravati dalle reiterazione, visti i fatti precedenti, e dell’uso dei social per raggiungere più persone. Questo è quanto si evince dall’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di dimora a Militello Rosmarino, emessa dal GIP del Tribunale di Patti, Ugo Molina, a carico di Galati lo scorso 4 dicembre.
Nei video incriminati Galati, oltre che ad aspre critiche sull’operato amministrativo delle persone offese, farebbe riferimento in modo improprio anche alle recenti vicende che hanno visto coinvolti alcuni amministratori in carica a Militello Rosmarino in una inchiesta dei Carabinieri su presunti abusivismi edilizi, con toni e termini lesivi dell’onore e della dignità dei soggetti in questione.
Accuse che il legale di fiducia di Franco Galati, Massimiliano Fabio, ritiene sproporzionate ed eccessive, rispetto ai fatti oggetto di contestazione.
Contro l’ordinanza l’avvocato Fabio, che in riferimento al primo procedimento aveva ottenuto recentemente anche la scarcerazione di Galati, ha proposto istanza di riesame, ottenendo lo scorso 19 dicembre l’ annullamento dell’ordinanza. I giudici del Tribunale del Riesame di Messina, presidente Massimiliano Micali, a letere Giuseppe Miraglia e Chiara Di Dio Datela, pare proprio che abbiano accolto la tesi difensiva dell’avvocato Massimiliano Fabio.
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