Una annotazione del Reparto Operativo Speciale svela le parole che sarebbero state pronunciate, nel 2016, da noti pluripregiudicati, già coinvolto in più operazioni di servizio per violazione del reato 416/bis – associazione a delinquere di stampo mafioso, riferite proprio all’allora Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci e al Dirigente del Commissariato di Polizia di S. Agata di Militello Daniele Manganaro.
I Carabinieri riferiscono “di una situazione di tensioni in ambienti criminale”. Proprio nel 2016, per come si evince nell’annotazione dei Carabinieri, tale soggetto nel dialogo con altri sodali “lamentando la gravità della contingente situazione….. ne evidenziava la valenza dannosa ed il pericolo di rovina per tutti loro – caratterizzata da una restrizione nell’accesso ai contributi e dall’incremento dei controlli – Ci vorrebbero cinque colpi per farla finita definitivamente con tutto questo gruppo di Antoci, Manganaro e gli altri”.
L’annotazione, contenente la nota di servizio, precisa ancora la valenza criminale dell’interlocutore che: “come risulta agli atti di questo ufficio, la tracotanza manifestata deriva da incrementati contati fra il pregiudicato e la criminalità organizzata di Tortorici , in seno alla quale beneficia di uno speciale rapporto fiduciario con Bontempo Sebastiano inteso “il Guappo”, da poco scarcerato e figura di primo piano di quella consorteria criminale nebroidea. Dall’esame degli atti documentali – dicono i Carabinieri sul soggetto – veniva ritenuto organico al clan “Galati Giordano” le informazioni di cui si dispone lo vedono ora vicino al gruppo Tortoriciano dei “Batanesi” – concludono i Carabinieri dei ROS.
“Apprendo dell’annotazione dei ROS – dichiara Antoci – che non fa altro che confermare il clima di odio che si respirava per la creazione del Protocollo di Legalità che, come ha anche ben dimostrato l’operazione della DDA di Messina, dei ROS e della Guardia di Finanza, ha stroncato gli affari milionari della mafia. Il loro rancore è per me una medaglia, oggi più che mai. I Fondi Europei per l’Agricoltura adesso vadano agli agricoltori e allevatori perbene che sono la stragrande maggioranza in questo Paese ed è per loro e per la loro dignità che abbiamo lavorato con passione – conclude Antoci.