Un’assoluzione, un proscioglimento ed un rinvio a giudizio. Questo l’esito di una vicenda giudiziaria che si è verificata a Galati Mamertino nel settembre 2018. Assolto per non aver commesso il fatto. Con questa motivazione il gup del tribunale di Patti Eugenio Aliquò, accogliendo le richieste del difensore avvocato Filippo Barbera, ha scagionato un venticinquenne di Galati Mamertino dall’accusa di aver detenuto, insieme alla fidanzata ventenne, 41 dosi destinate allo spaccio di sostanza stupefacente – marijuana e hashish.
I fatti risalivano al settembre 2018, quando i carabinieri di Galati Mamertino, con il supporto di unità cinofile, hanno fatto irruzione all’interno dell’abitazione della fidanzata del giovane, rinvenendo, nascosti in vari punti della casa, quantitativi misti di sostanza stupefacente utili al confezionamento di decine di dosi e giudicati incompatibili con la semplice detenzione per uso personale.
Non solo: i militari hanno rinvenuto e sequestrato anche diversi grinder, comunemente utilizzati per la preparazione della marijuana, una bustina di semi presumibilmente di marijuana, ed un quantitativo di denaro che poi è stato dissequestrato.
Nella stessa occasione a finire nei guai era stata anche un’altra donna di 50 anni, difesa dagli avvocati Norma Rivetti e Mario Franchina ed ora anche lei prosciolta da ogni accusa.
La donna è stata sottoposta a processo per il grave reato di favoreggiamento, per aver aiutato i due fidanzati, secondo l’accusa, ad eludere le investigazioni dei carabinieri, gettando dal balcone, durante la perquisizione, un involucro contenente marijuana. Secondo la ricostruzione dei militari, infatti, la donna, approfittando di un momento di disattenzione dei carabinieri impegnati nella perquisizione, aveva lanciato all’esterno un involucro con la droga. Ma il gesto non era passato inosservato ai militari.
Il Pubblico Ministero, ritenendo pienamente provati i fatti, aveva richiesto il rinvio a giudizio per la donna e la condanna ad una pena detentiva per il giovane. Ma il giudice ha ritenuto di aderire alle tesi difensive degli avvocati Barbera, Rivetti e Franchina ed ha scagionato gli imputati, disponendo il rinvio a giudizio della sola ragazza di venti anni.