Il mistero si fa sempre più intricato. Un giallo come non se ne vedevano da tempo, pezzi che riemergono a distanza di giorni, di chilometri, continuando ad alimentare il fuoco del rebus irrisolto.
Ieri pomeriggio a Brolo, mercoledì 5 febbraio, intorno alle 16,00, è venuta a galla una barca. Un piccolo scafo di legno, pitturato di bianco e azzurro, che recava alcune scritte in arabo accompagnate da numeri è stato ritrovato nella spiaggia antistante il lungomare brolese.
A trascinarla a riva probabilmente la forte corrente che sta attraversando il Tirreno in queste ore. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della locale compagnia ed anche la Guardia Costiera di Sant’Agata di Militello, guidata dal Comandante Donato Bonfitto per i primi rilievi.
La prima ipotesi ovviamente è che la barca possa essere collegata con il ritrovamento dei corpi dei sub e dei carichi di droga sulle coste siciliane nello scorso mese di gennaio.
Immediatamente è scattato il sequestro ed è stata informata dei fatti la Procura della Repubblica di Patti, coordinata da Angelo Cavallo. Ricordiamo che quella di Patti, insieme alle procure di Termini Imerese, Messina, Agrigento e Trapani, indaga sui ritrovamenti di tre sub morti nelle spiagge di Castel di Tusa, Cefalù e Termini Imerese, probabilmente collegati ai carichi di hashish spiaggiati lungo le coste siciliane. Uno dei carichi di droga è stato rinvenuto a Capo d’Orlando lo scorso 9 gennaio sulla spiaggia di Testa di Monaco: conteneva 38 chili di hashish.
Le indagini sono ancora al vaglio degli inquirenti, nell’attesa di capire se la barca ritrovata ieri a Brolo potrebbe essere il pezzo mancante della scacchiera.