Senza integrazione ospedale-territorio nel sistema di emergenza-urgenza si mette a rischio una risposta efficace alla domanda di salute e parliamo, in molti casi, anche della vita stessa dei cittadini. Questo l’indirizzo del Direttore Generale dell’ASP di Messina, Paolo La Paglia, che indica come “la strada da seguire sia la messa in rete dei servizi; dalla città peloritana si lancia un modello che potrebbe essere il comune denominatore anche a livello regionale “.
Il direttore generale evidenzia, in questo senso, la proposta (vedi di seguito alcuni spunti sintetici e il grafico) di riorganizzazione del settore presentata dal Dott. Enzo Picciolo, dirigente medico del Sues 118 e stretto collaboratore della Direzione Generale dell’ASP di Messina, dal titolo: “Incrementare lo sviluppo organizzativo del sistema di urgenza-emergenza – progetto pilota per il bacino di Messina”.
“Il progetto – spiega La Paglia – prevede la realizzazione nella provincia di Messina di un modello di sinergia funzionale tra ospedale e territorio in una logica di sistema, con il coinvolgimento delle strutture e dei professionisti impegnati nella gestione dell’emergenza, con il fondamentale coinvolgimento dei Pronto Soccorsi di tutte le Aziende Sanitarie della provincia di Messina e del SUES-118, affidando l’attività di coordinamento all’Azienda Sanitaria Provinciale, che già gestisce tutti i servizi territorio-ospedale”.
“Il modello dipartimentale – spiega Enzo Picciolo – supera il concetto di semplice coordinamento e permette una reale integrazione dei professionisti impegnati nella gestione dell’emergenza; la riorganizzazione dei processi di cura nel disegno di rete – continua Picciolo – presuppone la collocazione del paziente al centro del sistema; il capitale umano è la risorsa più preziosa che esiste all’interno del sistema dell’emergenza”.
Del progetto di Enzo Picciolo in modo schematico si riportano i principali punti:
➢ Gestione unica in ambito di bacino con unica direzione gestionale del sistema per tutta la provincia, con personale indistinto nei ruoli ospedale/territorio assicurando una presa in carico unica e completa del paziente in fase critica;
➢ Facile compensazione di eventuali carenze di personale;
➢ Processi di mobilità del personale facilitati dal fatto che riferimento non sarà la sede di lavoro ma l’intero bacino messinese;
➢ Rimozione dei conflitti di competenza tra le figure professionali preposte alla gestione dell’emergenza.
➢ Facilitazione della rotazione del personale nelle varie articolazioni (medici/infermieri che operano in Pronto Soccorso/Ambulanza e C.O. 118), ai fini dell’acquisizione di maggiori competenze;
➢ Condivisione dei percorsi diagnostico-terapeutici in tutte le fasi del soccorso, dal domicilio del paziente all’ospedale;
➢ Gestione , con diminuzione dei costi, dei trasferimenti secondari.
Il modello proposto è di facile realizzazione e supera logiche individualistiche che il vasto territorio dell’area metropolitana non può più permettersi.