È stato preso letteralmente d’assalto il treno Intercity Notte, in partenza ieri sera da Milano Centrale e diretto in Sicilia.
Stavolta non c’è l’ombra di un nuovo decreto del Presidente Conte, con altre restrizioni per l’emergenza coronavirus, a giustificare l’ennesima fuga di massa.
Eppure nelle giornate in cui la maggior parte degli italiani ha capito che deve restare in casa, la stazione Centrale di Milano è stata invasa da chi ha preferito scappare verso Sud.
In assenza di voli che dai tre aeroporti di Milano portano verso la Sicilia, ma anche la Puglia, in centinaia si sono affrettati ieri sera, 13 marzo, a prendere i treni diretti a Siracusa, Palermo e Lecce.
Pare che continuino a cadere nel vuoto gli appelli di governo e medici al rispetto dell’ultimo DPCM sulle limitazioni agli spostamenti, se non per motivi giustificati. E di giustificazioni in quest’altra fuga se ne intravedono davvero poche.
Vanno ancora una volta a farsi benedire coscienza civica e buonsenso, più volte invocati da tutti gli amministratori e dagli esperti, che si aspettano il picco dei casi in questo weekend, proprio per il comportamento irresponsabile della scorsa settimana, quando in tantissimi hanno pensato bene di tornare ad abbracciare i propri cari e godersi il sole della Sicilia, ovviamente salendo su treni affollatissimi.
Non sarebbe meglio bloccarli del tutto questi treni? Oppure verificare tramite le forze dell’ordine, le reali esigenze di chi acquista i biglietti?
Senza considerare gli avvertimenti del personale delle Ferrovie dello Stato, che sottolinea l’impossibilità di garantire le misure di sicurezza sanitarie, considerata la promiscuità degli spazi in un vagone letto, con le cuccette da quattro posti.
Pare inevitabile che dovremo prepararci, fra 7-10 giorni, ad un altro disarmante bilancio dei contagi, si spera più contenuto possibile, ma stavolta non solo dalla già martoriata Lombardia.