“Libera Devotos et Patriam a peste, fame et bello”, si legge sull’effige di San Cono Abate, patrono di Naso, portata per l’ultima volta in processione per le vie del centro nebroideo il 5 marzo scorso.
In quel giorno, nel lontano 1823, un terremoto sconvolse la vita dei nasitani, radendo al suolo la quasi totalità delle abitazioni e dei luoghi di culto. Nonostante ciò, la catastrofe produsse soltanto una vittima e pochissimi feriti. Da 197 anni dunque, il 5 marzo la popolazione ringrazia il Santo Patrono per aver sottratto “gli amati figli, i concittadini prediletti, dalla sicura, orribile morte”.
Ma c’è un altro motivo per cui i fedeli ringraziano San Cono: tutte le varie volte in cui la Sicilia è stata colpita dalla peste (1267; 1518; 1575; 1624; 1887) i danni nella città di Naso sono stati sempre contenuti. Stavolta non si tratta dello stesso flagello, ma di un’altra malattia infettiva, il Covid-19. La speranza e la fede dei nasitani, e di tutti coloro che credono in San Cono, però è identica.
Per questo motivo, così come succede ad agosto (nel mese che precede la festa del primo settembre), centinaia di devoti di San Cono hanno esposto la bandiera azzurra, con l’immagine raffigurante il Santo, al loro balcone o alla finestra.
Rimanendo a casa, i nasitani da oggi si sentono uniti nell’immagine del loro patrono e concittadino, pregando per il suo aiuto, nella speranza che l’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus passi in fretta, e che i danni siano i minori possibili.
Il parroco di Naso, Padre Calogero Tascone, ha inoltre esposto un Crocifisso davanti alla Chiesa Madre di Piazza Roma, lasciandola aperta per tutti i fedeli nel caso in cui volessero entrare a pregare.
Stamattina alle 10.00, invece, hanno suonato a festa le campane della Chiesa Madre, per avvisare che il Parroco sarebbe passato per le strade del Centro e di Bazia con Gesù nel SS. Sacramento.
“Ci viene chiesto di stare a casa – scrive Padre Calogero –, di conseguenza verrà nostro Signore a cercarci. Se potete, affacciatevi alla finestra e pregate insieme a me. Ovviamente non potete venire dietro in processione ma, restando a casa, potete continuare a pregare.”
Di seguito la gallery con le altre foto, inviate da Aldo Cumia e Salvo Olivo.