Non c’è tempo da perdere nella lotta contro il coronavirus: c’è un disperato bisogno di maschere per l’ossigeno che scarseggiano nei reparti degli ospedali italiani dove si tenta in ogni modo di salvare le vite dei malati. L’ITET “Leonardo da Vinci” dà il suo personale contributo alla lotta contro il coronavirus stampando in 3D valvole per speciali respiratori che aiuteranno i malati nei reparti di terapia intensiva della provincia di Messina.
“In un momento in cui c’è necessità di impiegare attrezzature e idee per il bene comune abbiamo voluto dare il nostro concreto contributo per aiutare i malati di coronavirus, – spiega la DS, Prof.ssa Stefania Scolaro – abbiamo pensato di utilizzare la stampante 3D in dotazione al Laboratorio di progettazione del corso Geometra per stampare delle valvole che saranno inserite all’interno di normali maschere da snorkeling e che diventeranno dei respiratori per aiutare la ventilazione dei pazienti ricoverati per il coronavirus”.
L’idea originaria nasce dall’intuizione geniale di un ex Primario, il dottor Renato Favero, ma è stata realizzata dall’Ingegner Cristian Fracassi, di Isinnova, convertendo una nota maschera da sub in vendita da Decathlon in un respiratore per aiutare i malati. Molti sforzi sono stati compiuti anche dal Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Messina che ha messo a punto, grazie ad un’equipe di ricercatori e docenti, valvole e raccordi realizzabili con la tecnologia 3D. La Dirigente dell’ITET “Leonardo da Vinci” ha risposto con entusiasmo all’appello diffuso dal portale della piattaforma no-profit “Air Factories”, nata proprio a Messina per far fronte all’emergenza in atto, che ha avuto bisogno dell’aiuto di tutti i 3D makers del territorio per produrre queste preziose valvole salvavita.
Così la stampante 3D della scuola sta realizzando a pieno regime, sotto la guida del Prof. Francesco Caizzone, un cospicuo quantitativo di valvole “Dave” e “Charlotte” che, insieme ad uno speciale connettore a Y che serve a collegare due pazienti al tubo per l’ossigeno, rappresentano una concreta speranza per i malati.
“La nostra scuola non si è mai fermata, – sottolinea la Ds – ci impegniamo ogni giorno ancora più intensamente per svolgere la didattica a distanza e fornire di tablet e computer gli studenti bisognosi. Siamo particolarmente fieri di aver aderito a questa proposta che ci dà la possibilità di aiutare concretamente la lotta contro questa terribile malattia e che dimostra come scuola e territorio possano lavorare in sinergia per il bene di tutti”.