venerdì, Novembre 22, 2024

Coronavirus – Anche i gatti possono essere contagiati. Isolarli dai padroni malati

susy gatto

Un recente studio cinese mostra che i gatti sono più suscettibili al virus rispetto ai cani, ma non manifestano sintomi. L’Istituto Superiore di Sanità suggerisce comunque di isolare gli animali dai padroni malati per difenderli.
Il dato finora, a fronte di 800 mila casi confermati nel mondo di Covid-19 nell’uomo, vede solamente 4 casi documentati di positività da SARS-CoV-2 negli animali da compagnia: due cani e un gatto ad Hong Kong e un gatto in Belgio. In tutti i casi, all’origine dell’infezione negli animali vi sarebbe la malattia dei loro proprietari, tutti affetti da COVID-19.

Su questi dati preliminari l’Istituto Superiore di Sanità scrive che «gli animali domestici sono suscettibili al nuovo Coronavirus, ed è importante proteggerli dai pazienti affetti da Covid-19, limitando la loro esposizione».
Attenzione però, scrive l’ISS, «non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo nella diffusione del coronavirus, il contagio resta interumano».
Poi la precisazione dell’Istituto: «Essendo SARS-CoV-2 un virus nuovo, occorre intensificare gli sforzi per raccogliere ulteriori segnali dell’eventuale comparsa di malattia nei nostri animali da compagnia, evitando tuttavia di generare allarmi ingiustificati. Vivendo in ambienti a forte circolazione virale a causa della malattia dei loro proprietari, non è inatteso che anche gli animali possano, occasionalmente, contrarre l’infezione. Ma, nei casi osservati, gli animali sono stati incolpevoli vittime».
In pratica: non abbandonate gli animali domestici, possono sì (raramente) ammalarsi, ma è l’uomo che li contagia, non viceversa.
Nei due cani e nel gatto osservati a Hong Kong l’infezione si è evoluta in forma asintomatica mentre il gatto descritto in Belgio ha sviluppato una sintomatologia respiratoria e gastroenterica a distanza di una settimana dal rientro dall’Italia della proprietaria positiva. L’animale ha mostrato anoressia, vomito, diarrea, difficoltà respiratorie e tosse, ma è andato incontro a un miglioramento spontaneo a partire dal nono giorno dall’esordio della malattia.
Attraverso il nuovo studio dell’Istituto di ricerca veterinaria di Harbin, in Cina, i ricercatori hanno inoculato grosse dosi di virus in animali da compagnia per verificare l’efficacia e la resistenza dei loro sistemi immunitari e la possibilità che la malattia venisse trasmessa ai loro simili. La scoperta è stata che furetti e gatti possono essere infettati dal nuovo coronavirus e trasmetterlo ad altri animali, mentre i cani sembrano essere più resistenti. Non è invece ancora chiaro se gli animali possano diffondere il virus alle persone: al momento non ci sono prove in questo senso. «Tutti i felini hanno sviluppato gli anticorpi in grado di combattere il virus» ha spiegato uno dei ricercatori.

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