Tra le misure più efficaci adottate in Sicilia, secondo gli esperti, c’è l’isolamento di coloro che sono rientrati nell’isola da fuori Regione. Chi è rientrato dopo il 14 marzo è stato sottoposto a tampone e sono arrivati i primi esiti: su 4mila test effettuati, 39 sono risultati positivi.
Tutti i contagiati sono asintomatici, dunque potenzialmente, senza l’isolamento disposto dalla Regione, sarebbero potuti andare in giro ad infettare altre persone. E mentre si attende l’esito di ulteriori 2 mila campioni già prelevati, altri 9 mila rientrati in Sicilia sono ancora in attesa di eseguire il test.
Dopo le polemiche sui ritardi nei controlli, obbligatori per porre fine all’isolamento di chi è tornato in Sicilia dopo il 14 marzo (secondo il censimento si tratta di 15mila persone), l’assessorato alla Salute ieri ha deciso di dedicare 10 laboratori d’analisi su 20 esclusivamente all’analisi di questa tipologia di tamponi.
Lo ha annunciato l’assessore alla Salute Ruggero Razza: “In base all’ordinanza del presidente della Regione in vigore su ognuno di questi soggetti deve essere svolto un controllo sanitario con tampone o con un altro test diagnostico autorizzato. È uno sforzo enorme ma necessario. Mi scuso con i cittadini che stanno aspettando qualche giorno in più, ma non possiamo permetterci che soggetti asintomatici possano contagiarne altri se reinseriti precocemente nel contesto sociale”.
Per accelerare i controlli, la Regione ha disposto una linea aggiuntiva di dieci laboratori in grado di analizzare 1200 campioni al giorno. Fra i laboratori dedicati all’analisi dei test post-quarantena, l’Istituto zooprofilattico di Palermo analizza fino a 400 tamponi al giorno.
“Da qui a dopo Pasqua – assicura l’assessore Razza – riusciremo ad assicurare il test a tutti i cittadini che sono rientrati. È una scelta difficile ma è importante rispettarla. In ogni caso fino al 13 aprile il decreto ministeriale obbliga a restare a casa, tranne alcune eccezioni”.