Viveva troppo all’occidentale, si rifiutava di indossare il velo islamico e non voleva sposare un uomo, sconosciuto, del suo paese di origine.
Queste, secondo i suoi familiari, erano le gravi colpe di una giovane donna, che veniva aggredita e maltrattata, fisicamente e verbalmente, dalla madre e dal fratello. A novembre i due le hanno tirato i capelli, l’hanno colpita con una scopa e le hanno legato le mani con delle corde. Agli occhi dei parenti la ragazza era una disgrazia, perché non rispettava le usanze culturali e religiose.
Ieri i due, extracomunitari residenti in un piccolo paese della zona tirrenico-nebroidea, che gli inquirenti non specificano per evitare che si identifichi la ragazza, hanno ricevuto, da parte dei poliziotti di Sant’Agata di Militello, la misura dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa. I due sono ritenuti responsabili dei reati di maltrattamenti aggravati in famiglia, lesioni e violenza privata in concorso.
Lo scorso mese di novembre la donna era giunta al Pronto Soccorso con numerosi lividi sul corpo ed era stata segnalata una violenza domestica. Agli agenti, intervenuti, i familiari hanno dichiarato che la donna si era fatta male da sola. Le indagini però, svolte anche con intercettazioni ambientali e telefoniche, hanno dimostrato le ripetute aggressioni nei confronti della giovane donna, alla quale veniva impedito di uscire da sola. In più, in assenza dei familiari, la vittima doveva restare in casa con la porta chiusa a chiave.
Dalle intercettazioni è inoltre emerso che la madre, convinta che la figlia fosse posseduta, le avrebbe fatto bere degli intrugli e l’avrebbe portata con una scusa nel paese di origine, da un esorcista particolarmente violento, per liberarla dal male che la possedeva.
I due destinatari delle misure sono stati allontanati dal domicilio, con l’intimazione a non avvicinarsi alla vittima.