“Lunedì 4 maggio – si legge nella nota – apriremo simbolicamente per 20 minuti (dalle 9.00 alle 9.20) i nostri negozi ed esporremo l’hashtag che ci rappresenta: #TagliatiFuori.
Quello che che chiediamo e di non essere #TagliatiFuori da questa fase, chiediamo di poter riaprire al più presto con delle linee guida ufficiali che riguardano la sanificazione e le disposizioni anticovid, l’igiene e l’accoglienza, chiediamo di avere una liquidità sotto forma di prestiti a fondo perduto, chiediamo maggiore tutela per i nostri dipendenti, chediamo che il sistema di tassazione con le relative scadenze venga rivisto e rielaborato, altrimenti ci ritroveremo ad abbassare definitivamente le saracinesche.
Tutte le restrizioni adottate fino in questo momento, che riteniamo ovviamente giuste per tutelare la salute di tutti, hanno però creato un buco enorme nel nostro settore.
Siamo stati privati di circa il 70/80% degli incassi annuali ordinari, e il riconoscimento del “Bonus 600€” è per noi un’umiliazione: non è nulla in confronto a quanto siamo tenuti a pagare in termini di tasse e contributi. I nostri collaboratori e dipendenti stanno affrontando una situazione gravissima non avendo ancora oggi percepito alcun reddito dai rispettivi fondi bilaterali di appartenenza.
La decisione presa dal Governo mette in ginocchio la categoria! Non c’è nessuna misura a favore di questo comparto: negozi tagliati fuori, collaboratori tagliati fuori, fornitori tagliati fuori, tutto l’indotto tagliato fuori.
Migliaia di operatori del settore e le loro famiglie continuano ad affrontare una situazione gravissima.
A tutto ciò bisogna aggiungere che, paradossalmente, l’Inps non ha ancora riconosciuto la sospensione del pagamento dei contributi sugli stipendi dei lavoratori dipendenti, sebbene questa sia prevista nel D.L. 18/2020, per cui rischiamo che ci vengano recapitati avvisi di mancato pagamento con applicazione di sanzioni ed interessi, come se ciò non dipendesse dal Coronavirus ma da una nostra voluta inadempienza.
Quello che inoltre evidenziamo è la totale mancanza di precise linee guida inerenti i protocolli di sicurezza da seguire all’interno delle nostre attività nel momento in cui apriremo.
Per quanto riguarda poi l’aspetto dell’accesso ai finanziamenti, di cui altrimenti non avremmo avuto bisogno, riteniamo che questi andrebbero concessi con il 100% a fondo perduto, senza lungaggini burocratiche legate all’affidabilità dell’azienda, eliminando quindi la valutazione del merito creditizio e tutte le indagini bancarie in questo caso fini a sé stesse.
Altro problema di cui il Governo e la Regione dovrebbero tenere in considerazione è il dilagarsi del lavoro nero che, a causa del protrarsi delle chiusure obbligatorie dei locali in regola, si comincerà a diffondere a macchia d’olio, sia per colpa di chi già prima dell’emergenza coronavirus operava illecitamente, sia a causa della frustrazione che tutti i nostri clienti stanno vivendo ormai da ben due mesi.
Sotto questo aspetto rinnoviamo la necessità di maggiori controlli sia verso i lavoratori abusivi che verso i loro fornitori; sarebbe opportuno creare una rete di controllo delle vendite che riguardano tutti i materiali specifici del nostro settore.
Altrettanto importante è poi la necessità di predisporre sin da subito apposite misure economiche preventive capaci di tutelarci nel caso in cui, come già ipotizzato e comunicato in tutte le trasmissioni televisive, si dovesse ripresentare un nuovo rischio di contagi che implichi una ulteriore chiusura delle nostre attività.
Passando invece all’aspetto morale, chiediamo innanzitutto maggiore valore alla nostra dignità, fin’ora calpestata senza ritegno da tutte le decisioni prese da questo Governo e da questa Regione.
Chiediamo che sia concesso a tutte le aziende, in grado di garantire sufficienti livelli di sicurezza igienica e sanitaria, di poter riaprire immediatamente, predisponendo appositi protocolli operativi atti a garantire la sicurezza all’interno del proprio negozio, come d’altronde già previsto dall’attuale normativa vigente.
Alla luce di tutto quanto suddetto, abbiamo deciso di unirci al gruppo di titolari di centri estetici, parrucchieri e barbieri di Palermo, per manifestare il nostro risentimento e protestare, chiaramente in maniera civile e pacifica, lunedì 4 maggio 2020.
Tutti insieme apriremo i nostri locali ed esporremo il nostro manifesto “#TagliatiFuori” dalle ore 9:00 alle ore 9:20.
Ci farebbe piacere che al nostro fianco ci fossero anche le forze politiche che attualmente ci rappresentano, per cui rivolgiamo ufficialmente l’invito a voler partecipare sostenendoci esponendo il nostro #tagliatifuori, al Sindaco De Luca, a tutti i rappresentanti comunali, a tutti gli esponenti regionali nonché, ai rappresentanti delle associazioni di categoria.
Non vogliamo immaginare una città senza Barbieri, Parrucchieri e Centri Benessere, nè vogliamo immaginare una città in cui si favorisca il lavoro nero.
Daria Sturniolo, Franco De Gaetano, Lillo Valvieri, Dott. Alessandro Picarella, Sabrina Amato, Leila Rizzo, Natale Alampi, Lucia Cotugno, Alessandro Cacciotto, Simona Pitruzzello, Raul Montrone, Anna Lisa Urzì, Angelo Galletta, Smeralda Rizzo, Mirella Costa, Antonio Mangano, Rosaria Bandiera, Paulo Delia, Gaetano Venuti, Benedetto Bonafede, Daniela Mileto, Rossella Frassica, Giovanna Merrino, Marcello Cacopardo, Vincenzo Fiocco, Salvatore Gregorio, Giovanni Ossi, Giovanna Merrino, Ketty Raspaolo, Giuseppe Russo (Jose), Maria Tinuzzo, Lucia Federico, Alice Cannizzo, Angelo Cipriani, Roberto D’amico, Yolanda Mago, Nenzi Gullotta, Antonella Cipriani, Maurizio Lissandrello, Roberto San Filippo, Felicia Fasolo, Giuseppe Carnabuci, Milena Mortillaro, Giuseppe Walter La Spesa, Claudio La Spesa, Giuseppe Pergolizzi, Marcella Contarino, Antonio Mangano, Mauro Todaro, Michele Russo.”