venerdì, Novembre 22, 2024

Turismo – Enit: “Crollano le prenotazioni, ma l’Italia resta la meta europea più ambita”

Cefalù
Foto shutterstock

Prove di ripresa per il turismo italiano. Il bollettino di questa settimana dell’Enit (Ente Nazionale Italiano per il Turismo) restituisce una nuova fotografia sul turismo italiano, che rappresenta il 13% del Pil.

Per il periodo turistico estivo da giugno ad agosto il numero delle prenotazioni aeroportuali riporta il trend tra i diversi Paesi europei in equilibrio: in Italia si contano 407 mila prenotazioni (-68,5%), in Spagna 403 mila (-63,7%) ed in Francia 358 mila (66,3%).
Le strutture ricettive registrano una minore disponibilità di posti letto per il mese di giugno, un segnale che lascia ben sperare. E anche il prezzo medio delle camere in vendita sulle OTA che ha subito un calo generalizzato a febbraio e marzo, si sta risollevando in tutta Italia già in previsione del mese di giugno.

Certo la settimana appena osservata dall’ufficio Studi Enit ha rilevato un andamento ancora molto debole degli arrivi aeroportuali nel 2020, con perdite dal 1° gennaio al 26 aprile del -63,4% rispetto allo stesso periodo del 2019 (che sale a -94,7% da marzo e aprile), proseguendo il trend di maggiore profondità di calo dovuto alla domanda internazionale fermata dalle restrizioni antivirus. Scendono gli arrivi dal mercato cinese allo -77,4% (valore massimo) e dagli USA (-71,7%), contro il calo inferiore del -54,5% registrato dalla Russia.

L’analisi degli scenari economici a breve termine indica un recupero completo nel triennio, il turismo complessivamente avrà recuperato i volumi del 2019 e li supererà con un totale di visitatori del +4% rispetto al 2019, trend dettato dal turismo domestico. Ma la situazione mondiale degli arrivi aeroportuali internazionali tra gennaio e marzo 2020, evidenzia un calo generalizzato del -38,2% rispetto al I trimestre del 2019, che vede in testa la diminuzione in Asia e Pacifico con il -48,7%, seguita al secondo posto dall’Europa col -36,4%, dall’Africa e Medio Oriente col -29% e dalle Americhe al -26,7%. In Europa è l’area del Centro-Est europeo a subire il calo più profondo pari al -40,7%, seguita dall’Europa Occidentale col -39,7% e dal Sud Europa col -39,2% mentre l’Europa del Nord limita il danno al -33,9%.

Il turismo rappresenta quasi il 12% dell’occupazione totale nell’Unione europea attestandosi come la quarta categoria di esportazione dell’UE; genera entrate per oltre 400 miliardi di euro tanto che l’Unione Europea ha previsto degli strumenti di sostegno economico a cui è possibile accedere e su cui Enit fornisce un aggiornamento costante.

L’ascolto social Enit evidenzia come con l’estate alle porte, ci sia nonostante il covid, il desiderio di vacanze e la ricerca della parola turismo. Dal 18 marzo al 30 aprile, si contano un totale di 617,4 mila mention della Penisola – di cui 32,6 mila comparse sul web e 584,8 mila dai social – che hanno prodotto 186,4 milioni di interazioni, una campagna promozionale spontanee da 331 milioni di euro. Nel corso delle ultime due settimane è cresciuta progressivamente l’incidenza percentuale delle citazioni che contengono riferimenti al tema “turismo”.

1) Coronavirus Response Investment Initiative, ovvero una manovra che permetterà alle autorità pubbliche di riorientare gli importi non utilizzati nell’ambito dei Fondi strutturali e di investimento europei anche nel settore del turismo. Con il via libera del Parlamento europeo, ricevuto nella sessione plenaria straordinaria del 26 marzo, l’iniziativa è entrata in vigore il 1° aprile.

2) la Commissione ha fornito 1 miliardo di euro dal bilancio dell’UE come garanzia al Fondo Europeo per gli investimenti, per rafforzare gli strumenti finanziari esistenti (il COSME). Ciò dovrebbe mobilitare 8 miliardi di euro di finanziamento del capitale circolante e sostenere almeno 100.000 piccole e medie imprese e piccole società a media capitalizzazione nell’UE, anche nel settore del turismo.

3) SURE – strumento per mitigare i rischi della disoccupazione in caso di emergenza, per coprire la cassa integrazione e favorire la riduzione degli orari di lavoro in direzione dei Part-Time. Il fondo dovrebbe mobilitare risorse finanziarie fino a 100 miliardi di euro.

Facebook
Twitter
WhatsApp