Componevano una vera e propria banda, dedita alla commissione di furti ai danni di persone ultraottantenni della Provincia di Messina, prescelte come vittime in ragione della loro fragilità.
All’alba di stamattina i Carabinieri di Patti, hanno arrestato sei persone, tutte di etnia Rom, domiciliate in campi nomadi a Roma e Guidonia, con precedenti per i reati di furto aggravato, estorsione, indebito utilizzo di carte di credito, uso di atto falso e false dichiarazioni a Pubblico Ufficiale.
In carcere sono così finiti, su richiesta della Procura della Repubblica di Messina, Marika (42 anni), Nina (61 anni), Renata (40 anni) e Sonia Goman (34 anni), Mirko Jovanovic (32 anni) e Kristijan Orsus (46 anni).
Le indagini dei Carabinieri di Patti, Santa Domenica Vittoria, San Piero Patti e Ficarra, sono iniziate nel giugno 2017, a seguito della denuncia di un’anziana donna. L’85enne di Santa Domenica Vittoria si è rivolta ai carabinieri dopo essersi accorta che le erano stati rubati 11.800 euro in contanti, la carta d’identità ed una carta Bancoposta con i relativi codici, da cui, sotto le telecamere di videosorveglianza, erano stati effettuati tre prelievi da 600 euro l’uno.
La modalità dei furti era sempre la stessa: due donne, furtivamente o con una scusa, si introducevano in casa delle vittime, carpendo la loro fiducia, ad esempio chiedendo di utilizzare il bagno perché una di loro era in stato di gravidanza, proponendosi come badanti, o chiedendo informazioni per conto di una tale “Maria”. Prima di lasciare l’abitazione l’anziana veniva abbracciata contemporaneamente e a lungo dalle due ladre, al fine di distrarla ed impedirle di notare i movimenti sospetti. Episodi analoghi si sono verificati a San Piero Patti in danno di una signora 83enne e a Ficarra, dove è stata derubata una 87enne.
Per commettere i furti i ladri noleggiavano delle auto, esibendo patenti di guida straniere, risultate false. Anche ai Carabinieri di Lamezia Terme Renata Goman ha esibito tale documento contraffatto, risultando così indagata per uso di atto falso e false dichiarazioni a Pubblico ufficiale.
Inoltre, durante la trasferta siciliana i sei si sono resi responsabili di estorsione ai danni di un albergatore di Nizza di Sicilia. Senza prenotazione il gruppo ha infatti alloggiato in hotel pretendendo di non pagare il conto e chiedendo di non essere registrati. Tali richieste, attuate attraverso la presenza fisica dei due uomini, presentati come “soggetti pericolosi”, avvenivano sotto pesanti minacce di ritorsione nei confronti dei familiari dell’albergatore.
Le indagini, rivelatesi particolarmente complesse, in ragione del ricorso fatto dagli indagati di documenti falsi intestati ad identità fittizie, finalizzati a occultarne la vera identità – sono state svolte partendo dalle dichiarazioni rese dalle vittime e da alcuni testimoni ed attraverso la visione delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza nei pressi dei luoghi in cui sono stati commessi i reati e dagli apparati installati presso gli sportelli automatici ove sono stati effettuati i prelievi con i bancomat rubati. Si è così potuto risalire ad alcuni dei veicoli utilizzati dai ladri per i loro spostamenti e ad individuare in tal modo gli utilizzatori di questi mezzi e la loro rete relazionale. Sono stati altresì acquisiti i tabulati del traffico telefonico delle utenze in uso agli indagati, peraltro intestate a prestanome, ricostruendo così, almeno in parte, i loro spostamenti in relazione ai reati. Infine le fotografie degli indagati sono state visionate dalle anziane vittime che hanno riconosciuto con certezza alcuni degli autori dei reati subiti.