venerdì, Novembre 22, 2024

Operazione “Ultra”- Baciamano e summit in casa, duro colpo al clan Bevilacqua: 46 arresti

Schermata 2020-07-01 alle 15.20.04

I summit di mafia avvenivano nell’appartamento in cui scontava i domiciliari per ragioni di salute. Raffaele Bevilacqua nella casa di Catania, incontrava uomini d’onore e affiliati, primi tra tutti Alessandro Salvaggio e Salvatore Privitelli, anche loro finiti oggi in carcere.

Riunioni, in barba ai vincoli imposti dal suo stato di detenuto, durante i quali venivano decise strategie e progettate estorsioni, intimidazioni e danneggiamenti. E’ quanto emerge dal maxi bliz, eseguito stamani sull’asse Sicilia-Germania dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Enna che ha portato a 46 misure cautelari, di cui 35 in carcere, nei confronti di affiliati o contigui alle famiglie mafiose di Barrafranca e Pietraperzia

Riacquistata la ‘libertà’ l’anziano boss, al vertice di Cosa nostra ennese per diretta investitura di Bernardo Provenzano e che tra la fine degli anni ’80 e i primi anni del 2000 era stato componente del direttivo della Democrazia cristiana e in strettissimi rapporti con Salvo Lima, aveva ripreso in mano le redini del clan.

A dimostrarlo c’è il gesto compiuto dall’anziano uomo d’onore Alessandro Salvaggio che, rivedendo il suo capo famiglia dopo più di 15 anni, al momento dei saluti gli ha baciato le mani in segno di immutato rispetto”.

Tra i reati contestati: estorsioni ai danni di imprese e attività commerciali con attentati incendiari e danneggiamenti, ma anche con l’imposizione di contratti di affitto o l’assunzione di personale ‘gradito’. Ma anche il condizionamento della procedura di affidamenti diretti di servizi da parte del Comune di Barrafranca a favore di un’impresa ‘amica’.

I militari sono entrati in azione a Barrafranca e Pietraperzia, nell’Ennese, ma anche a Catania, Palermo e Wolfsburg (Germania). Uno degli affiliati di spicco, Giuseppe Emilio Bevilacqua, infatti, è stato localizzato e catturato in Germania grazie al supporto della polizia tedesca, con il coordinamento operativo dell’Agenzia di Polizia europea Europol.

Le indagini sono scattate nel maggio 2018 hanno consentito di documentare come “il lungo periodo di detenzione, anche in regime di carcere duro, non avesse minimamente fiaccato lo spirito di Bevilacqua che, non appena ritrovata la ‘libertà’, ha ripreso immediatamente la direzione della famiglia mafiosa con il fondamentale apporto dei suoi familiari”.

Facebook
Twitter
WhatsApp