Univocità di vedute tra Fabrizio Trifilò ed Enzo Natoli. Infatti il presidente dell’associazione culturale “Patti e Diritti”, come l’esponente pattese del movimento “Siciliani Liberi”, è stato chiaro sulla votazione delle direttive del prg da parte del consiglio comunale di Patti. “Le direttive erano nel cassetto del sindaco Mauro Aquino da diversi anni, ha esordito l’ex consigliere comunale e non dovevano essere discusse ed approvate da un consiglio comunale prossimo alla scadenza.”
Trifilò ha ricordato comunque di aver partecipato all’incontro pubblico organizzato sul web sullo strumento urbanistico, riservandosi di presentare alcuni punti, “ma ci siamo resi conto, invece, che si cercava soltanto la passerella, ha proseguito Trifilò, non già il concreto confronto nell’interesse della città e dei pattesi”. Il legale, che è anche ex consigliere comunale, è stato critico sul consiglio comunale che ha approvato in fretta e furia le direttive generali con una sparuta minoranza di consiglieri comunali, disattendendo le promesse fatte dall’amministrazione di un confronto cittadino, al di là della condivisibilità o meno nel merito delle proposte. Trifilò infine ha voluto rimarcare un comportamento infantile, irrispettoso e poco serio del consiglio e dell’amministrazione. “Ci auguriamo che le tante persone serie che vivono a Patti dicano basta a questo modo di amministrare e che si facciano protagonisti di un nuovo corso”.
Un’altra randellata all’amministrazione l’hanno mollata i consiglieri Gianni Di Santo e Giacomo Prinzi, evidenziando il pagamento alla Creset di oltre 145 mila euro presi dalle tasse dei cittadini pattesi nel 2019. Nonostante una mozione dei due consiglieri sulla revoca dell’affidamento alla Creset, il sindaco Aquino ha pagato alla ditta un conto salatissimo per i contribuenti pattesi. Quei 150 mila euro, se risparmiati avrebbero consentito di abbattere l’Imu di ben 5 punti. Non solo, ma l’importo sale a 200 mila euro con gli aggi sulle maggiori somme riscosse. Anzichè reinvestire le somme in servizi, hanno concluso Di Santo e Prinzi, vengono incassate da società del nord senza creare alcun posto di lavoro a Patti.