venerdì, Novembre 22, 2024

Caronia, un buco di 20 minuti nel percorso di Viviana Parisi. Il giallo dell’uscita a S. Agata Militello – Il luogo del ritrovamento

Caronia, il luogo del ritrovamento del cadavere di Viviana Parisi
Caronia, il luogo del ritrovamento del cadavere di Viviana Parisi

Si infittisce sempre di più il mistero attorno alla scomparsa e alla morte di Viviana Parisi, la 43enne DJ che la mattina di lunedì 3 agosto si è allontanata da Venetico, portando con se suo figlio Gioele di 4 anni.

Dopo un banale incidente con un furgoncino di una ditta di manutenzioni, all’interno della galleria Pizzo Turda, sulla A/20, aveva abbandonato la sua Opel grigia ed era uscita dall’autostrada, scavalcando il guardrail e facendo perdere le sue tracce. Ieri pomeriggio il tristissimo epilogo delle ricerche, scattate nelle ore immediatamente successive al sinistro: il corpo della donna è stato trovato nei pressi di un traliccio dell’alta tensione, in c.da Sorba, a 500 metri, in linea d’aria, dal punto in cui era stata vista per l’ultima volta, dove ieri il cane molecolare Vega della sezione di Ragusa dei cinofili dei Vigili del Fuoco, ha segnalato la presenza di persone.

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Caronia, luogo del ritrovamento del cadavere di Viviana Parisi

La DJ torinese, che potrebbe aver percorso circa 1 km e mezzo a piedi, giaceva riversa a terra, a pancia in giù, in mezzo alla vegetazione. Al piede una sola scarpa, mentre l’altra era all’interno del perimetro del traliccio. Un dettaglio che può far pensare che Viviana possa essersi arrampicata sull’impalcatura. Irriconoscibile, per il cattivo stato in cui era il corpo, probabilmente sfigurato dagli animali selvatici. La donna è stata identificata grazie alle scarpe, alla fede e ad una catenina. Secondo quanto dichiarato dal Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Patti Angelo Cavallo, ieri sera, da un primo esame cadaverico, sembra essere morta da diversi giorni. Ma c’è molta cautela, sia per quanto riguarda il momento della morte, sia per quanto riguarda le cause. Nessuna ipotesi è, infatti, esclusa, ne l’incidente, ne il gesto estremo, ne la possibilità che Viviana abbia fatto un incontro con un malintenzionato. Si dovrà attendere l’autopsia per dare risposta a tutte queste domande, che verrà eseguita nelle prossime ore al Papardo di Messina, dove la salma di Viviana Parisi è stata trasferita ieri sera. Posto sotto sequestro il traliccio dell’alta tensione. Ieri sera, nell’abitazione di Viviana e suo marito Daniele, la polizia ha sequestrato il computer, le scarpe della donna, spazzolini da denti, per l’eventuale comparazione del dna.

Ma Gioele dove è? Dopo il ritrovamento del corpo di Viviana, a partire da c.da Sorba, si sta cercando con ogni mezzo di ritrovare il bambino. Ma è possibile che Gioele in quel bosco non sia mai arrivato. Esiste, infatti, un buco di 20 minuti, nel tragitto percorso da Viviana dal casello di Milazzo, dove ha imboccato l’A/20, sino al luogo dell’incidente, accertato grazie ad alcuni elementi trovati dagli investigatori. La donna è uscita al casello di S. Agata Militello e poi è rientrata in autostrada. Cosa ha fatto a S. Agata? Dove è stata Viviana? Ha incontrato qualcuno? E soprattutto, Gioele era con lei, oppure è stato affidato a qualcuno proprio a S. Agata? Le pochissime testimonianze che la vedono in autostrada, dopo il sinistro, sono discordanti. Un traccia potrebbe venire dalle chiamate fatte al numero di emergenza da coloro che hanno segnalato Viviana. L’attenzione degli inquirenti è concentrata proprio su questi passaggi, mentre le squadre dei Vigili del Fuoco e dei volontari sono impegnate nelle ricerche del piccolo Gioele nelle campagne caronesi, che sono andate avanti per tutta la notte e proseguiranno ancora.

Oltre 300 gli ettari di territorio già battuti. “Anche in questa zona si erano fatte ricerche”, ha detto Salvatore Scaffidi, comandante dei Forestali di Caronia “Il problema di questa zone, è che sono così infestate da rovi, da piante, che può anche darsi che si sia passati a fianco e dall’altra parte del cespuglio c’era la salma e neanche te ne accorgi. Non è semplice, non è un campo aperto, dove anche con l’elicottero o con i droni riesci a vedere”. Poi lo sfogo, che forse rappresenta lo stato d’animo di tutti i soccorritori “Rabbia, tanta rabbia” dice Scaffidi.

 

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