“Viviana non si è uccisa e non ha ucciso il piccolo Gioele”. Ne è convinto Claudio Mondello, il legale e anche cugino del padre di Gioele. Manca ancora la conferma, ma è quasi certo che siano del piccolo Gioele i resti del bambino ritrovato senza vita nei boschi di Caronia.
Il legale sulla proprio profilo Facebook fornisce una sua idea sul fatto.
Poi scrive sul social: “Mi coinvolse un senso di protezione”. A queste parole Viviana affida il bisogno di condividere la propria vulnerabilità: l’immenso amore per il suo cucciolo – il piccolo Gioele – e la necessità (in primo luogo) di proteggerlo da ogni possibile insidia. E’ con questo spirito che intraprende un viaggio il quale, se avesse goduto di maggiore fortuna, si sarebbe compiuto nel breve volgere di una mattinata di Agosto. Nessuno ne avrebbe saputo nulla”.
E ancora: “Il suo proposito è violato da un fatto sopravvenuto – non previsto ne’ prevedibile – ovvero un fortuito sinistro automobilistico. La propria posizione era tale da metterla in grave difficoltà (si trovava a 100 km da dove avrebbe dovuto essere); decide, quindi, di guadagnare la fuga. Il teste del nord – il cui senso civico revivisce a distanza di due settimane – riferisce di una madre che si evidenzia per una condotta di protezione e tutela del figlio. Protezione”.
“Viviana è rinvenuta ai piedi di un traliccio, il corpo della madre e quello del piccolo distano 500 metri in linea d’aria e più di 1 km se si seguono le stradine di collegamento viario – scrive ancora Claudio Mondello – E’ lecito ipotizzare quanto segue: il bambino sfugge alla vigilanza della madre e si allontana. Forse anche solo di pochi passi. Probabilmente qualcosa, in quello scenario di campagna, attira la sua attenzione oppure lo spaventa. La madre, terrorizzata, cerca disperatamente di trovarlo ma i suoi tentativi falliscono“.
“Faccio mia la ricostruzione di chi ha restituito Gioele alla propria famiglia: Giuseppe Di Bello, ex brigadiere dei Carabinieri – conclude il legale – E’ probabile che il bambino abbia vagato tra i boschi fino al momento in cui è incorso in un incontro funesto, forse un suino nero dei Nebrodi; in zona ve ne sono molteplici sia da allevamento che allo stato brado”.