Si alza il livello dello scontro tra Roma e Palermo. Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha inviato una nota di diffida alle “autorità competenti”, cioè ai nove prefetti siciliani, per l’esecuzione della propria ordinanza emanata lo scorso 22 agosto che prevede la chiusura degli hotspot e dei centri per i migranti. Nel documento, il governatore richiede, tra le altre misure, di illustrare il crono-programma del progressivo svuotamento degli hotspot “per le gravi ragioni di promiscuità e assembramento in cui sono costretti gli ospiti”.
Qualora ciò non fosse stato già predisposto (come avvenuto stamane per il trasferimento dei migranti risultati positivi al Coronavirus, contagiatisi tra loro, nella struttura di Pozzallo), nella piena vigenza della ordinanza, il presidente Musumeci ha chiesto di dare rapida esecuzione al provvedimento, tenuto conto altresì dell’enorme numero di migranti attualmente presenti senza alcun distanziamento e pregiudizio della loro salute, nell’hotspot di Lampedusa.
Intanto il presidente dei senatori di Italia viva, Davide Faraone, ha denunciato il leader della Lega, Matteo Salvini, e Musumeci, per procurato allarme, abuso d’ufficio e diffamazione: “Ho presentato un esposto alla procura di Agrigento per difendere la Sicilia dagli sciacalli. Perché l’ordinanza del presidente della regione siciliana e le parole del segretario della Lega nuocciono gravemente all’economia della Sicilia e alle tasche dei siciliani. Alla fonte primaria della ricchezza dell’Isola: il turismo”.
Presentare la Sicilia come “un lazzaretto”, aggiunge, come “il campo profughi d’Europa, affermare che ‘i migranti passeggiano tra i turisti che poi portano il Covid nelle loro regioni’ e scrivere un’ordinanza farlocca e disumana, non solo va contro i principi di accoglienza e di solidarietà, ma mette in ginocchio un pezzo importante del Pil della Sicilia”.