“Incidente lieve? Scontro banale? A noi non sembra proprio e forse non solo a noi”, così nella serata di ieri il legale della famiglia Parisi, Nicodemo Gentile ha commentato sulla sua pagina facebook una foto, resa così pubblica, della Opel di Viviana Parisi, con i danni subiti dalla vettura nel sinistro avvenuto lo scorso 03 agosto sull’autostrada A/20.
In un altro post, pubblicato a poche ore dal primo, l’avvocato Gentile posta altre due foto, aggiungendo questa volta anche un’immagine dell’autocarro Iveco della ditta di manutenzioni con cui la Opel della donna si è scontrata poco dopo le 11 del 03 agosto all’interno della galleria Pizzo Turda, nel territorio comunale di Caronia, abbandonando poi l’auto sul posto, insieme agli effetti personali e addentrandosi nei boschi dell’area a valle dell’Autostrada, con Gioele in braccio.
“Morte di Viviana e Gioele…” si legge sulla pagina social “L’ urto tra i mezzi è stato ” importante “. Ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente diventa indispensabile per capire alcune condotte successive al fatto.”
E proprio sull’esatta dinamica incidente si sono concentrati ieri i periti nominati dalla Procura di Patti, che hanno visionato, alla presenza dei consulenti di parte Carmelo Costa, per la famiglia Mondello e Giuseppe Monfreda per la famiglia Parisi, i mezzi coinvolti nel sinistro.
Secondo una prima valutazione dei periti sembrerebbe che sia l’auto di Viviana Parisi che il mezzo degli operai dell’autostrada fossero in movimento il 3 agosto e quindi il furgone non fosse fermo come, invece si era pensato in un primo momento. “Ed è probabile che lo stesso furgone abbia tentato di invadere la corsia di sorpasso investendo l’auto della donna” hanno osservato, aggiungendo inoltre che il seggiolino di Gioele era slacciato e non attaccato all’auto. Elemento, questo, che potrebbe far rivalutare l’ipotesi che il bambino possa aver subito, durante l’incidente, un trauma interno che potrebbe averne causato la sua morte in seguito, mentre era nel bosco con la madre. Per valutare cosa sia realmente accaduto, ora, si attende l’esito di ulteriori esami sul Gps del furgone degli operai, per stabilire a quale velocità viaggiavano l’autocarro e la Opel e se sia stato il primo ad essere andato a sbattere contro l’auto della donna cambiando corsia.
Emerge, come già dichiarato ieri in un video da Daniele Mondello, che l’autocarro Iveco è stato sequestrato dopo diversi giorni dall’incidente, per l’esattezza il 10 agosto, come ha precisato l’avvocato della famiglia Mondello, Pietro Venuti e che al momento del sequestro il mezzo era presso una carrozzeria, smontato. Inoltre è stato anche rilevato che la galleria di Pizzo Turda è scarsamente illuminata.
E mentre la Procura continua a non escludere nessuna ipotesi, in attesa dell’esito definitivo delle perizie, intanto i legali delle famiglie Mondello e Parisi vogliono vederci chiaro su quanto avvenutola mattina del 03 agosto scorso nella galleria Pizzo Turda.