Venne ucciso il 21 settembre del 1990 ad Agrigento mentre si recava, senza scorta, in tribunale, Rosario Livatino “Il Giudice Ragazzino”. Aveva solo 38 anni quando fu freddato a colpi di pistola sulla sua Ford Fiesta da di quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina, organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa nostra. Un vile agguato mafioso, che non deve mai essere dimenticato.
“Rosario Livatino merita di essere onorato e ricordato anche perché rappresenta, con il suo estremo sacrificio, il simbolo della migliore gioventù di Sicilia. Quella che non è disposta a scendere a compromessi con i poteri criminali e sceglie, al contrario, di consacrare la propria vita agli ideali di Giustizia e al perseguimento del bene comune. Alla sua memoria l’omaggio del governo regionale, interprete del sentimento della Comunità isolana”, ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
“Ricordare la vile uccisione di Rosario Livatino richiama la necessità di resistere alle intimidazioni della mafia opponendosi a logiche compromissorie e all’indifferenza, che minano le fondamenta dello stato di diritto”, afferma il Capo dello Stato Sergio Mattarella.