In fumo 2.000 ettari di boschi, pascoli, macchia mediterranea, danni alle abitazioni, a strutture commerciali e produttive, alla condotta idrica, ad autovetture. L’inferno di fuoco che la scorso sabato ha devastato Naso e S. Stefano di Camastra, ha segnato profondamente le vite di coloro che hanno visto svanire in pochi istanti i sacrifici di una intera vita, insieme al verde che caratterizza il paesaggio dei Nebrodi.
E sulla terra martoriata dai roghi, incombe lo spettro di un male più profondo, quello del dissesto idrogeologico e del rischio frane e, nel rispetto delle regole imposte dalla Legge quadro 353/2000, anche la beffa di uno stop forzato per 10 anni a qualsiasi nuova attività.