Migliorare le condizioni organizzative della campagna di vaccinazione anti influenzale 2020/2021 ufficialmente iniziata il 5 ottobre scorso è l’obiettivo che si pone l’interrogazione presentata dal deputato regionale Giuseppe Laccoto e rivolta al Presidente della Regione e all’Assessore Regionale alla Salute.
Laccoto evidenzia che la vaccinazione antinfluenzale riveste un’importanza strategica nel quadro dell’emergenza pandemica che stiamo vivendo, e, tra l’altro, ha il compito di semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, considerata la similitudine nei sintomi tra Covid-19 e influenza.
“Nonostante la Regione – commenta Laccoto – abbia deciso di anticipare di circa un mese l’inizio della campagna, è arrivata decisamente impreparata a questo appuntamento Medici di famiglia e farmacie denunciano gravi ritardi nella distribuzione delle dosi di vaccino che finora sono state consegnate col contagocce, mentre i pediatri attendono ancora di raggiungere l’accordo con la Regione”.
Laccoto, poi, evidenzia nell’interrogazione che nei centri vaccinali di Messina e provincia si procederà a vaccinare esclusivamente tramite prenotazione telefonica da effettuare in uno strettissimo arco orario (in genere un’ora) durante la giornata con inevitabili intasamenti e disagi per l’utenza.
“I cittadini si attendono una sanità moderna e funzionale – commenta ancora Laccoto – e quindi sarebbe opportuno ottimizzare il sistema di prenotazione previsto dall’ASP di Messina, magari ricorrendo a più efficaci strumenti on line come è stato fatto in altre realtà isolane”.
Ma sono tanti i problemi legati all’organizzazione della campagna vaccinale e messi in evidenza nell’atto ispettivo: secondo quanto previsto dai protocolli di sicurezza, infatti, si possono vaccinare quattro pazienti in un’ora ed è quindi praticamente impossibile garantire il distanziamento all’interno degli studi medici. “Già da diverse settimane – afferma Laccoto – le associazioni di categoria dei medici di base e dei pediatri avevano chiesto di poter ampliare l’orario di lavoro o di poter utilizzare spazi adeguati come palestre, parrocchie, locali di aziende e altri luoghi per somministrare i vaccini e garantire il necessario distanziamento, ma l’appello è rimasto senza risposta”.
“Da un lato quindi, si decide di ampliare la platea dei soggetti a cui somministrare i vaccini antinfluenzali, ma poi non si mettono in condizione i medici sul territorio di operare in condizioni di tranquillità, – conclude Laccoto – ho chiesto di incrementare le dosi di vaccino da acquistare in considerazione di una richiesta che appare maggiore delle aspettative soprattutto per coprire i soggetti fragili e per evitare di avere sotto Natale il solito picco influenzale con un pericoloso sovraccarico negli ospedali”.