I contorni di un giallo, che in molti pensavano fosse destinato a rimanere tale, svelati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina e della Compagnia di Milazzo. Con un lavoro d’indagine certosino, condotto sottotraccia e nel riserbo, gli investigatori sono riusciti a dare un volto e un nome a quel corpo ritrovato carbonizzato in un luogo isolato, non lontano dalla sponda del Torrente Mela, in via Pezza del Pioppo.
Era un giorno caldo, di fine luglio, quando la notizia arrivò improvvisa. Un corpo carbonizzato ritrovato nei pressi di Bastione. Pochi dettagli, pochissimi. Bocche cucite. Nulla trapela. I Carabinieri e gli inquirenti hanno lavorato in silenzio, concentrandosi su oltre diecimila ore di registrazioni effettuate dagli impianti di videosorveglianza. Raccogliendo elementi, in riscontro ai pochissimi ritrovati sul luogo del delitto.
Lavorando alacremente e a ritmi serrati, seguendo il percorso cittadino di quello scooter con a bordo quelle due persone che poco prima erano state immortalate nei pressi di un ufficio postale. Con quel cappellino verde evidente segno di riconoscimento di una persona che di lì a poco sarebbe stata prima derubata della sua pensione, una somma di 650 euro, e poi uccisa. Una di quelle chiavi ritrovate sulla scena del crimine apre poi la porta dell’abitazione di Giovanni Salmeri. E’ un passo decisivo.
Il resto è cronaca odierna, raccontata dettagliatamente da un ampio comunicato diffuso nelle prime ore di stamattina dal Comando Provinciale di Messina.